Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica – (5 ottobre 2025)

L’antifona di ingresso riporta la preghiera angosciosa della regina Ester prima di giocarsi la vita per salvare il suo popolo: “Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere”. Da intendere: Dio ha promesso di salvare e nessuno impedirà la fedeltà di Dio a se stesso quando il cuore ha fiducia nella promessa del suo Dio.

Il profeta Abacuc lo ripete con la sua espressione lapidaria, ripresa più volte nelle lettere apostoliche (Rm 1,17; Gal 3,11; Eb 10,38): “Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede” (Ab 2,4). La situazione del popolo di Israele, sotto la pressione dell’impero caldeo che, distrutta la potenza assira, si abbatte sul Medio Oriente, si era fatta drammatica. L’azione di Dio nella storia è messa in discussione. Il profeta allora invita ad avere fede.

È la fede di cui gli apostoli invocano l’aumento per loro stessi. Se la fede è il contrario della durezza di cuore, come proclama il salmo responsoriale, in quale contesto specifico l’uomo fa esperienza di durezza di cuore? Nelle relazioni fraterne, nella difficoltà a perdonare al proprio fratello.