VI Domenica di Pasqua

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – VI Domenica di Pasqua – (14 maggio 2023)

Di sé Gesù dirà alla fine del capitolo 14: “…viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco” (Gv 14,30-31). Il diavolo eserciterà contro di me tutta la sua violenza cercando di piegarmi ai suoi voleri ma non otterrà nulla, anzi, resterà scornato e sconfitto. Il testo però dice espressamente: viene il principe di questo mondo e in me non ha nulla. Cercherà qualcosa di suo in me, ma non troverà nulla. Il diavolo cerca ciò che appartiene a questo mondo nei suoi valori di potere, prestigio, gloria, superiorità, ecc. ma di tutto questo nell’umanità di Gesù non c’è neppure l’ombra. In lui c’è solo ed esclusivamente tutto l’amore del Padre per noi. Gesù descrive il discepolo che ama lui e accoglie la sua parola alla stessa maniera perché dice: “Chi accoglie (letteralmente: ha) i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21).

V Domenica di Pasqua

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – V Domenica di Pasqua – (7 maggio 2023)

Ecco il passaggio nevralgico. Il ‘dove’ è definito dalla risposta di Gesù a Tommaso, l’uomo ardente e con i piedi per terra: ma se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via? L’impossibilità per i discepoli di capire è proprio data dal fatto di non collegare luogo e movimento. Il dove è una via, non è un posto. La via ha una valenza dinamica potente perché corrisponde alla direzione del movimento di riportare tutto al Padre. Il dove è il movimento in cui essere trascinati con Gesù nel dare testimonianza al mondo della grandezza dell’amore del Padre perché tutto torni a splendere proprio nel suo amore. Ecco perché Gesù non ha bisogno di chiedere ai suoi discepoli di dare la vita per lui. Lui trascina i suoi discepoli perché, in lui, diano la loro vita ai fratelli perché tutti conoscano l’amore di Dio. Ora, questo movimento non è che il movimento dell’emergere della verità dell’amore che prevale su tutto e l’amore non è che vita eterna, vita cioè non più soggetta ad alcuna mortificazione o confinamento o restrizione.

IV Domenica di Pasqua

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – IV Domenica di Pasqua – (30 aprile 2023)

I brani di oggi potrebbero essere ascoltati in questa ottica. Con l’invito di Pietro alla conversione, riportato dagli Atti degli apostoli, ci si chiede di riconoscerci non solo seguaci di Gesù, ma di entrare nel segreto della sua rivelazione e così essere da lui guidati a condividere la stessa vita divina. Il salmo 22 lo proclama: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla …”. Non manco di nulla perché ricevo dal mio pastore vita e vita in abbondanza. Da intendere, come spiega lo stesso Pietro nella sua lettera: il tornare a Dio (=conversione) comporta l’essere seppellito con Gesù rispetto a tutto ciò che questo mondo esalta sotto l’azione del principe di questo mondo (potere, prestigio, supremazia, gloria), in modo da essere guidato dallo Spirito a vivere ogni situazione unicamente nell’esperienza dell’amore di Dio. Questo significa appunto essere ricondotto al pastore e custode delle anime nostre.

III Domenica di Pasqua

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – III Domenica di Pasqua – (23 aprile 2023)

Secondo il racconto del vangelo di Luca sulla risurrezione di Gesù, tre sono i passaggi per l’esperienza del Risorto, colto come la chiave delle Scritture. Il primo è definito dalla memoria commossa dei due discepoli di Emmaus: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava [letteralmente: ci apriva] le Scritture?”. L’intelligenza di ciò che si ascolta deriva dal calore del cuore. È l’antico principio: senza fuoco le Scritture restano chiuse. Il primo movimento di intelligenza della parola di Dio avviene con il fatto di ascoltarla con piacere, in benevolenza, con il cuore che si scalda alla voce di colui che ci ama e ci comunica il suo amore. È la predisposizione all’intelligenza.

II Domenica di Pasqua

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – II Domenica di Pasqua – (16 aprile 2023)

L’onda lunga della confessione di Tommaso “Mio Signore e mio Dio” perdura nella fede gioiosa dei cristiani in mezzo alle prove e alle afflizioni sopportate per il nome di Gesù. È caratteristico come Pietro descriva i credenti: “voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui”. Da intendere: senza averlo potuto vedere, voi l’amate; senza poterlo ancora vedere, voi credete gioiosi. Si realizza quello che Gesù dice a Tommaso: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. Qui ‘credere’ non ha il significato generale di prestar fede a qualche verità, ma comporta il significato intensivo di esperienza di incontro, incontro con il Crocifisso Risorto.

Pasqua di Risurrezione del Signore – 2023

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – Pasqua di Risurrezione del Signore – (9 aprile 2023)

A differenza dei sinottici, Giovanni non aveva menzionato per la circostanza della sepoltura la presenza delle donne. La mistura di mirra e aloe era stata portata da Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. I sinottici narrano dell’arrivo al sepolcro, all’alba, delle donne con gli oli per completare l’unzione del corpo di Gesù. Giovanni sorvola su tutto questo. Parla solo di Maria Maddalena e l’accento è posto sulla motivazione profonda, interiore, della sua presenza al sepolcro. Essa vive un’angoscia personale, un sentimento di assenza irrimediabile; per lei oramai il Signore è l’Assente; non può che sentirlo che così. Per prima vede la pietra del sepolcro tolta via e corre ad avvertire i discepoli: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto”. Dall’angoscia dell’assenza passa all’angoscia dello smarrimento. Ma Giovanni parla della pietra tolta via dal sepolcro per sottolineare, in questo Giorno della Risurrezione, che viene tolto l’ultimo impedimento alla ‘vista’, alla ‘visione’, come poi il brano dirà a proposito di Giovanni entrato nel sepolcro.