Gen 26, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – IV Domenica (28 gennaio 2024)
L’antica colletta della liturgia di oggi ci propone una cosa assolutamente straordinaria. Dopo averci condotto a riconoscere che Gesù è il Maestro che ci introduce nei segreti di Dio e il Liberatore dal male che ci insidia e opprime, fa pregare così: “O Dio …. rendici forti … perché testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano”. Dà per avvenuta l’esperienza della gioia invincibile che deriva dalla fede nel Signore Gesù. In tutta sincerità: siamo ancora capaci di pregare in questo modo?
In altre parole: siamo ancora capaci di stupirci di fronte alla parola di Gesù? Nel brano odierno Gesù parla e agisce come uno che ha autorità, che ha potere. Potere di che cosa, per che cosa? Chi è davvero Gesù? Come rapportarci a lui? Sono le domande di chi assiste all’episodio della cacciata dei demoni nella sinagoga di Cafarnao. Le Scritture ci aiutano a farci un’idea di quel maestro, affascinante e temuto nello stesso tempo.
Gen 19, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – III Domenica (21 gennaio 2024)
Come interpretare l’espressione: il tempo è compiuto? Cosa intende Gesù? Certamente vuol dire: ormai i tempi dell’attesa sono compiuti e quello che Dio aveva promesso, ora lo realizza. Ma anche: non c’è più da aspettarsi altro tempo, perché Dio opera ora quello che dall’eternità aveva voluto: manda il suo Figlio a manifestare la grandezza del suo amore. Il tempo compiuto ha, cioè, a che fare con la presenza nel mondo del Figlio di Dio, con la persona di Gesù. Di per sé, non tutto è compiuto. Sulla croce, pochi istanti prima di consegnare il suo spirito, Gesù dirà: “è compiuto” (Gv 19,30). Ma può dire che il tempo è compiuto perché la volontà di portare a compimento, nella sua umanità, la manifestazione della grandezza dell’amore del Padre, presiede e orienta tutto l’agire di Gesù.
Gen 12, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – II Domenica (14 gennaio 2024)
Gesù, vedendo che lo seguivano, aveva chiesto: “Che cosa cercate?”. E loro rispondono con una domanda: “Rabbì, dove dimori?”. Lo stesso verbo greco, qui tradotto con dimorare, nel discorso di Gesù all’ultima cena è tradotto con rimanere. Il versetto: “Andarono dunque e videro dove egli dimorava” (Gv 1,39) si collega all’altro: “Rimanete in me … rimanete nel mio amore” (Gv 15,4.9). È come se Gesù, ancora rispondendo alla domanda iniziale dei suoi discepoli, alla fine dicesse: siete venuti da me, avete visto che dimoro nell’amore del Padre per voi e così voi, ora, rimanete in questo stesso amore. È la traiettoria di sviluppo della conoscenza di Gesù. L’esperienza iniziale rimanda a quella finale, tanto che il brano non ha la potenza di un ricordo, ma di una radice, di un principio, di una fonte che continua a sgorgare e che ha sconvolto tutta la sua vita.
Gen 11, 2024 | pubblicazioni
Cura, traduzione e prefazione di p. Elia Citterio Ioanichie Bălan Volti e parole dei padri del deserto romeno A cura e con la traduzione di Elia Citterio Prefazione all’edizione originale di Dumitru Stăniloae Prefazione all’edizione italiana di Elia Citterio Edizioni...
Gen 6, 2024 | Solennità e feste 2023-2024, Tempo Natale 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Natale – Battesimo del Signore – (7 gennaio 2024)
Gesù viene al Giordano per farsi battezzare. Il testo di Marco è allusivo del passo di Es 2,11, letto nel greco della LXX, con l’annotazione di Mosè che, una volta raggiunta l’età di quarant’anni, uscì dalla casa del faraone per fare visita al suo popolo. Il riferimento è letto in rapporto alla profezia di Mosè in Dt 18,15: “Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto”. Chi ascolta queste parole è Giosuè, in greco Gesù, colui che traghetta il popolo nella terra promessa attraversando il Giordano. La deduzione è presto fatta: l’evangelista Marco vede realizzarsi le profezie e l’attesa messianica in Gesù di Nazaret che viene a farsi battezzare, lui, l’Innocente, l’Agnello che toglie i peccati del mondo. Non solo, ma sembra che l’allusione si riferisca al medesimo punto di passaggio del Giordano dell’antico Israele per entrare nella terra promessa, di fronte a Gerico, dove il Battista amministrava il suo battesimo di penitenza. Per di più, è da notare che il punto più basso della terra libero da acque e da ghiacci è la riva del Mar Morto (a meno 423 m sotto il livello del mare) dove confluisce il fiume Giordano.