Battesimo del Signore

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Natale – Battesimo del Signore – (7 gennaio 2024)

Gesù viene al Giordano per farsi battezzare. Il testo di Marco è allusivo del passo di Es 2,11, letto nel greco della LXX, con l’annotazione di Mosè che, una volta raggiunta l’età di quarant’anni, uscì dalla casa del faraone per fare visita al suo popolo. Il riferimento è letto in rapporto alla profezia di Mosè in Dt 18,15: “Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto”. Chi ascolta queste parole è Giosuè, in greco Gesù, colui che traghetta il popolo nella terra promessa attraversando il Giordano. La deduzione è presto fatta: l’evangelista Marco vede realizzarsi le profezie e l’attesa messianica in Gesù di Nazaret che viene a farsi battezzare, lui, l’Innocente, l’Agnello che toglie i peccati del mondo. Non solo, ma sembra che l’allusione si riferisca al medesimo punto di passaggio del Giordano dell’antico Israele per entrare nella terra promessa, di fronte a Gerico, dove il Battista amministrava il suo battesimo di penitenza. Per di più, è da notare che il punto più basso della terra libero da acque e da ghiacci è la riva del Mar Morto (a meno 423 m sotto il livello del mare) dove confluisce il fiume Giordano.

Epifania del Signore

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Natale – Epifania del Signore – (6 gennaio 2024)

L’antifona di ingresso della messa si richiama al libro del profeta Malachia, l’ultimo libro dell’Antico Testamento nella versione greca, che i cristiani hanno fatto propria: “È venuto il Signore nostro re: nelle sue mani è il regno, la potenza e la gloria”. La cosa straordinaria è che un bambino venga proclamato ‘sovrano, potente e glorioso’! La proclamazione comporta qualcosa di radicalmente nuovo per gli occhi umani o, se vogliamo, comporta la visione di una realtà con occhi radicalmente nuovi. Stessa novità che sta dietro la proclamazione nei vangeli di Gesù come re (soltanto durante la sua passione Gesù accetta il titolo di re) e particolarmente come re della gloria (titolo che fornisce, da una parte, la ragione della condanna sul patibolo della croce e, dall’altra, per la visione di fede dei credenti, la ragione dell’amore di Dio per l’uomo che proprio sulla croce risplende).

Maria Santissima Madre di Dio

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Natale – Maria Santissima Madre di Dio – (1° gennaio 2024)

In un inno alla Madre di Dio così canta Pavel Florenskij: “Avendo portato in seno la Parola eterna e avendoci narrato ciò che non è mai stato detto, rallegrati, o Mite, sii lieta, tu che hai rivelato la Parola. … Oh, vieni in aiuto, tu che hai accolto il Verbo divino, tu che sulla terra hai portato le fitte della speranza, tu che hai trovato vie d’uscita ai dolci singhiozzi e le hai dischiuse. … O Soave, o Soave, dacci pace! Nel cuore con abbondanti getti versa la grazia della comprensione… Rallegrati, tu che sei diventata la nostra gioia, mai stanca di frenare l’orgoglio con la mitezza. Rallegrati, Vergine, Regina dei Cieli! Sposa di Dio, per sempre casta! Rallegrati, rallegrati, prescelta da Dio, da Lui illuminata!”.

Santa Famiglia

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Natale – Santa Famiglia – (31 dicembre 2023)

Per quanto misteriosa e singolare sia la famiglia di Nazaret, è proprio a questa famiglia che tutte le altre famiglie possono guardare per comprendere e vivere il mistero che le riguarda. Si tratta del mistero che io definirei dell’obbedienza all’amore. Parlo di obbedienza prima che di amore perché l’amore costituisce l’esito di un’obbedienza confidente. Si appartiene all’umanità perché si nasce da una donna, ma si diventa ‘umani’ perché accolti in una famiglia. È il destino della chiamata alla vita, della vocazione umana: si diventa uomini solo dentro una storia riconosciuta, che ci precede e ci accompagna, imparando a riconoscere e vivere quella ‘promessa’ di vita che resta inscritta in noi venendo al mondo sia per i genitori che per i figli. La famiglia è il luogo di svelamento di quella promessa che viene dall’alto, il luogo di riferimento esistenziale che segna la natura dei nostri sogni. Non è il luogo da dove proviene la promessa; è più semplicemente il luogo dove la promessa diventa nostra, diventa mia.

Natale del Signore 2023

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Natale – Natale del Signore – (25 dicembre 2023)

Il Bambino, contemplato nella mangiatoia, compie finalmente le promesse di Dio. La genealogia di Matteo, all’inizio del suo vangelo, vuol proprio dire questo: Gesù, il Messia annunciato della discendenza di Davide, risale ad Abramo, con cui inizia la storia sacra di Dio col popolo d’Israele. Lui realizza le profezie, Lui compie le promesse. Leggendo però la genealogia nel vangelo di Luca, posta dopo il battesimo di Gesù al Giordano, quando il cielo si apre e si ode la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato …”, allora il significato muta. Il Bambino è Colui sul quale il Padre dice: ‘Questi è il mio Figlio amatissimo, in lui mi sono compiaciuto, in lui riposa il mio amore e in lui mi riposo’. In effetti il cielo si apre su di lui e passa per lui (Gesù dirà: ‘io sono la porta…’) in modo che chi entra per lui arriva al principio della sua genealogia umana e la sorpassa, collegandola al mistero che la origina.