Ottavo ciclo
Anno liturgico A (2022-2023)
Tempo di Pasqua
Pasqua di Risurrezione del Signore
(9 aprile 2023)
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At 10,34a.37-43; Sal 117 (118); Col 3,1-4; Gv 20,1-9
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IL SIGNORE È RISORTO! È VERAMENTE RISORTO!
Questo è l’annuncio che oggi risuona in tutto il mondo dalle chiese cristiane (per gli Ortodossi l’annuncio risuonerà da domenica 16 aprile). L’annuncio è tanto più evocativo quanto più gli occhi hanno contemplato nei giorni precedenti l’Uomo dei dolori, colui che Pilato aveva presentato: ‘Ecco l’uomo’! È l’Uomo che aveva dato inizio al suo cammino di passione celebrando con i discepoli la sua ultima cena pasquale, diventata per noi ‘la cena del Signore’, l’eucaristia, memoriale perenne della sua passione, morte e risurrezione. In quella celebrazione, con la lavanda dei piedi, l’amore è stato definito nel suo mistero di dono (“questo è il mio corpo, che è per voi”) e di servizio (“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”). La posta in gioco sarà oramai ‘aver parte con lui’. Si ha parte con lui sia celebrando l’eucaristia sia lavandosi i piedi a vicenda, perché unico è il segreto che viene svelato al mondo: la grandezza dell’amore di Dio per i suoi figli.
Dopo la crocifissione, Giuseppe di Arimatea si era presentato a Pilato per avere il corpo di quell’uomo. La liturgia bizantina così proclama: “Dammi questo straniero, che dall’infanzia come straniero si è esiliato nel mondo. Dammi questo straniero, che i suoi fratelli di razza hanno odiato e ucciso come straniero. Dammi questo straniero, di cui stranito contemplo la morte strana. Dammi questo straniero, che ha saputo accogliere poveri e stranieri. Dammi questo straniero, che gli ebrei per invidia hanno estraniato dal mondo. Dammi questo straniero, perché io lo seppellisca in una tomba, giacché, come straniero, non ha ove posare il capo. Dammi questo straniero, al quale la Madre, vedendolo morto, gridava: O Figlio e Dio mio, anche se sono trafitte le mie viscere e il mio cuore dilaniato al vederti morto, tuttavia ti magnifico, confidando nella tua risurrezione”.
Colui che abbiamo trattato da straniero, era colui di cui Isaia aveva preannunciato: “Si compirà per mezzo suo la volontà del Signore” (Is 53,10). Non tanto nel senso che la volontà del Signore fosse di condurlo alla passione, ma piuttosto nel senso che la volontà di bene e di salvezza da parte di Dio per gli uomini potesse risplendere in tutta la sua forza e il suo splendore proprio per mezzo della sua passione. E Giovanni interpreta con il profeta Zaccaria 12,10: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (da leggere, secondo il testo ebraico e greco della LXX: “Guarderanno verso di me che hanno trafitto”).
Senza però il sigillo della risurrezione, quel mistero non sarebbe stato colto e non avrebbe potuto essere immesso nel mondo. Le donne, i discepoli, la domenica di Pasqua, attendono o corrono al sepolcro per trovare un morto; l’unico orizzonte possibile è ancora avere il corpo del loro amato Signore! Ma con la risurrezione, che avviene nel giorno uno della settimana, si dischiude un tempo completamente diverso, un tempo nel quale tutto ciò che è stato compiuto fino a quel momento si rivela in tutta la sua novità. Il primo personaggio che ci conduce alla soglia di questa novità è Maria Maddalena. A differenza dei sinottici, Giovanni non aveva menzionato per la circostanza della sepoltura la presenza delle donne. La mistura di mirra e aloe era stata portata da Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. I sinottici narrano dell’arrivo al sepolcro, all’alba, delle donne con gli oli per completare l’unzione del corpo di Gesù. Giovanni sorvola su tutto questo. Parla solo di Maria Maddalena e l’accento è posto sulla motivazione profonda, interiore, della sua presenza al sepolcro. Essa vive un’angoscia personale, un sentimento di assenza irrimediabile; per lei oramai il Signore è l’Assente; non può che sentirlo che così. Per prima vede la pietra del sepolcro tolta via e corre ad avvertire i discepoli: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto”. Dall’angoscia dell’assenza passa all’angoscia dello smarrimento. Ma Giovanni parla della pietra tolta via dal sepolcro per sottolineare, in questo Giorno della Risurrezione, che viene tolto l’ultimo impedimento alla ‘vista’, alla ‘visione’, come poi il brano dirà a proposito di Giovanni entrato nel sepolcro.
L’episodio dei due discepoli che corrono al sepolcro lo conferma in una tensione crescente per giungere, alla fine, alle straordinarie parole: “Allora entrò anche l’altro discepolo …e vide e credette”. È come una richiesta che viene sussurrata al cuore degli ascoltatori del vangelo, la richiesta di avanzare nella conoscenza del mistero, di salire fino all’intelligenza della risurrezione che viene svelata poco a poco: “Vide e credette”. La tensione di questa intelligenza riprende tutto ciò che era stato compiuto e detto da Gesù in precedenza e si apre sul tempo futuro che non potrà essere vissuto se non nella luce di quella intelligenza.
Per questo, con la liturgia bizantina, i fedeli proclamano: “Giorno della risurrezione! Irradiamo gioia per questa festa solenne e abbracciamoci gli uni gli altri. Chiamiamo fratelli anche quelli che ci odiano: tutto perdoniamo per la risurrezione, e poi acclamiamo: Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte, e ai morti nei sepolcri ha elargito la vita”.
È la gioia di essere riconsegnati all’amore del Padre perché “per riempire della tua gloria tutte le cose, sei disceso nelle profondità della terra; a te infatti non era nascosta la mia persona in Adamo: sepolto e corrotto tu mi rinnovi, o amico degli uomini”. Fatti a immagine di Dio, con l’Uomo, che ha patito, è morto e risorto per noi, possiamo diventargli somiglianti perché la lode dell’amore del Padre tutto conquisti. È nell’umanità di quell’Uomo, Figlio di Dio, morto e risorto, che Dio dimora, con lo splendore di un amore che a tutti è rivolto e tutti vuole inglobare.
Buona Pasqua!
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):
[I testi delle letture sono tratti dal sito della Chiesa Cattolica italiana: chiesacattolica.it]
Prima Lettura At 10, 34a. 37-43
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 117 (118)
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Seconda Lettura Col 3, 1-4
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Vangelo Gv 20, 1-9
Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.