XXVIII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica (15 ottobre 2023)

Alle nozze del Figlio fa riscontro la nostra gioia, non la nostra perfezione. Ma la gioia dice l’apertura del nostro cuore all’invito del Padre, nonostante la nostra patente indegnità. In questo contesto suona molto strana la dichiarazione finale della parabola: ‘molti sono chiamati, ma pochi eletti’. Di tutta la moltitudine che riempiva la sala, solo uno è stato trovato senza la veste appropriata! Solo per ricordare che la fiducia nell’amore di Dio non deve giocare come un pretesto, ma come un’attrazione.

XXVII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica (8 ottobre 2023)

Il tono d’insieme della parabola è dato dal riferimento, evidente anche per gli ascoltatori, all’amore di Dio per la sua vigna, vigna che ha amorevolmente piantato e curato. Se la liturgia di oggi fa proclamare nel canto d’ingresso: “Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere”, parole pronunciate dalla regina Ester nel momento più drammatico della sua vita (cfr. Est 13,9), lo fa riferendosi alla fedeltà di Dio nel suo amore per il popolo, amore che viene descritto proprio dal passo del profeta Isaia della prima lettura. L’immagine dell’uomo che pianta una vigna, la circonda di cure e si attende di raccoglierne i frutti è l’immagine di Dio che, preso d’amore per il suo popolo, stabilisce un’alleanza con lui, vuol condividere con lui il suo Bene. Il legame è così profondo che l’immagine assume sfumature coniugali ad indicare la profondità e la totalità di questa passione d’amore. Così, quando il popolo si ribella e non lo segue, Dio si sentirà ferito non solo nel suo diritto e nella sua proprietà, ma nei suoi affetti, nel suo cuore. Gesù sfrutta questa immagine celebre del profeta Isaia che canta per Dio l’inno d’amore per il suo popolo.

XXVI Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXVI Domenica (1 ottobre 2023)

Cosa significa pentirsi? Il verbo usato, lo stesso che ricorre nell’episodio di Giuda che riporta ai sacerdoti le monete del tradimento, significa ‘ricredersi’, ‘rivedere le cose sotto altra prospettiva’, ‘cambiare giudizio’; si riferisce non tanto alle azioni, ma al senso di quello che sta avvenendo tanto da vedere la vita sotto altra angolatura. Pentirsi significa aprire il cuore al momento di Dio. Per gli ascoltatori di Gesù, pentirsi significava riconoscere che in Giovanni Battista Dio voleva parlare al suo popolo, riconoscere che Giovanni aveva indicato colui che veniva da Dio per riscattare l’uomo dal peccato e portargli la sua salvezza, riconoscere che in lui veniva manifestata la venuta del Regno di Dio. Dal punto di vista di Dio non ha alcuna importanza che l’uomo riconosca questo partendo da una sua presunta giustizia o da una sua situazione di peccato: l’unica cosa importante è quel riconoscimento, perché da lì scaturiscono i beni di Dio per l’uomo.

XXV Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXV Domenica (24 settembre 2023)

Il punto nevralgico risiede nella formulazione della promessa da parte di Gesù: “Alla rigenerazione del mondo siederete anche voi su dodici troni…”. Ora, non si tratta del mondo futuro che sarà, ma del mondo futuro che viene, che è già venuto; si tratta del ‘mondo rinnovato’ che Gesù svela con il suo comportamento e con il suo agire. Se non si diventa partecipi di questo mondo rinnovato non sarà possibile comprendere le vie di Dio. La lettura di Isaia parla delle vie di Dio che non sono le nostre vie. Il salmo responsoriale canta che Dio è giusto in tutte le sue vie, buono in tutte le sue opere. Ecco, qui sorge la domanda: è proprio vero per noi che tutte le vie di Dio ci appaiono buone?

XXIV Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXIV Domenica (17 settembre 2023)

Ecco perché il sottofondo di comprensione della parabola è la fede. L’esempio del granellino di senapa non vuol suggerire che basta avere una fede tanto piccola quanto un granellino, ma che la fede racchiude la stessa potenza di crescita di un granellino. La fede non è che la coscienza dell’alleanza con Dio che ci viene rivelata proprio nel perdono del nostro peccato e nella capacità a vivere in comunione con Lui. Il miracolo che si impone al nostro cuore è proprio quello di vivere il perdono al fratello, come un segno di quella vita divina di cui siamo diventati partecipi. Il tutto è descritto dall’invocazione del Padre Nostro: ‘rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori’, in modo così vero che, una volta capaci di risplendere della luce del perdono perfetto, senza più accusare nessuno, non si subisce più la tentazione e non si è più preda del male.

XXIII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica (10 settembre 2023)

A livello della nostra storia quotidiana, la pace significa essenzialmente riconciliazione: riconciliazione con Dio, con noi stessi, con il mondo, con gli uomini. Quando s. Paolo afferma che noi siamo collaboratori di Dio, intende proprio che siamo collaboratori all’opera della riconciliazione in atto nella storia. Matteo pone la fraternità nell’orizzonte degli annunci della passione, dentro la logica pasquale, per cui al centro non ci sono i valori o gli ideali, bensì le ferite che vengono assunte e curate. Tutto il capitolo 18 del vangelo di Matteo, il capitolo della fraternità, lo mostra. Se la fraternità è radunata nel nome di Gesù, lo è in quanto accoglie nel suo nome le ferite e i bisogni dei più piccoli, dei deboli, dei peccatori.