Maria Santissima Madre di Dio

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Natale – Maria Santissima Madre di Dio – (1 gennaio 2022)

La realtà dell’incarnazione comporta anche la variabile tempo. Ogni cosa ha il suo tempo, ogni cosa ha bisogno del suo tempo. Anche la Madre di Dio ha avuto bisogno di tempo per ‘assuefarsi’ all’agire di Dio. Il brano evangelico la descrive come colei che “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Evidentemente perché anche per lei la realtà non svelava il suo mistero di colpo. I due verbi significano più direttamente: teneva se stessa e queste cose insieme in cuore, facendole rimbalzare l’una sull’altra in modo da ottenerne una visione d’insieme. Sono termini che illustrano il metodo di lettura delle Scritture: una parola si illumina con un’altra parola ed il senso che ne scaturisce si riverbera nel cuore aprendo la parola al cuore ed il cuore alla parola.

Santa Famiglia

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Natale – Santa Famiglia – (26 dicembre 2021)

È significativo che la Chiesa non celebri l’incarnazione del Figlio di Dio in generale, ma dentro una singola famiglia della famiglia umana. Per quanto misteriosa e singolare sia questa famiglia, è proprio a questa famiglia che tutte le altre famiglie possono guardare per comprendere e vivere il loro stesso mistero. Si tratta del mistero che io definirei dell’obbedienza all’amore. Parlo di obbedienza prima che di amore perché l’amore costituisce l’esito di un’obbedienza confidente. Anche per Gesù, che è nato da una donna vergine, è stato essenziale il contesto famigliare per crescere e scoprire il senso della sua vita. E tutto questo ha attinenza non solo con il bisogno dell’uomo, ma con il mistero di Dio. Voglio dire che il fatto che Gesù ha avuto una famiglia non significa solo che Dio abbia voluto assumere la realtà umana della famiglia, ma ancor più che la famiglia nella sua realtà umana parla di Dio.

Natale del Signore 2021

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Natale – Natale del Signore – (25 dicembre 2021)

[…]ecco lo sguardo dell’apostolo Giovanni. Guarda alla storia da dentro una profondità inattingibile, la stessa vita divina intratrinitaria. La particolarità però è che quella vita a noi appare nell’umanità di quel Bambino, perché la luce del Natale rimanda alla Pasqua, come un poema natalizio di s. Efrem canta: “Gloria al Nascosto che non potrebbe essere intravisto con l’intelligenza, ma che si è reso palpabile nella sua bontà tramite la sua umanità! La natura che non fu mai toccata, per le mani fu legata e appesa, per i piedi fu fissata e crocifissa: come a lui è piaciuto, ha preso corpo perché lo si potesse prendere”. Proprio a questo, con tutta la potenza di rivelazione che comporta quanto all’amore di Dio per l’uomo, vanno riferite le parole dell’apostolo Giovanni: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia”.

IV Domenica T.A.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Avvento – IV Domenica – (19 dicembre 2021)

Il Giusto, il Salvatore, di cui si invoca la discesa contemporaneamente dall’alto e dalla terra – stranezza incredibile! – , è colui che di sé dice entrando in questo mondo: “Ecco, io vengo per fare la tua volontà” (Eb 10,7). La sua non è una dichiarazione puntuale, che avviene cioè in un determinato momento, sottintendendo che prima non pensava in questi termini. È una dichiarazione eterna, frutto del colloquio eterno tra il Padre e il Figlio nell’amore che li lega tra loro e al mondo. L’apparire finalmente di Gesù nella storia umana non riguarda semplicemente la cronaca storica, ma concerne la dimensione eterna della storia umana. Lui ne è il fulcro, ne è la radice ed insieme il frutto.

III Domenica T.A.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Avvento – III Domenica – (12 dicembre 2021)

[…] scopriamo che ciò che contraddice la gioia di Dio è la chiusura nei confronti dell’umanità. Essere solidali in umanità significa ricreare quell’ambiente umano che fa concludere a s. Benedetto la sua famosa Regola con queste parole che si applicano alla vita comune di tutti i credenti in Cristo: “… c’è anche uno zelo buono, che allontana dai vizi e avvicina a Dio e all’eterna vita. Questo è lo zelo che i monaci devono coltivare con il più ardente amore. Essi dunque, si prevengano nello stimarsi a vicenda (Rom 12,10); sopportino con instancabile pazienza le loro infermità fisiche e morali; facciano a gara nell’obbedirsi a vicenda; nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma quello degli altri; amino con cuore casto tutti i fratelli; temano Dio con trasporto d’amore; vogliano bene al loro abate dimostrandogli una carità umile e sincera; nulla assolutamente antepongano al Cristo; ed egli ci conduca tutti insieme alla vita eterna”.