Anno liturgico C (2024-2025) – Solennità e feste – Sacratissimo Cuore di Gesù – (27 giugno 2025)

Con le sue parabole Gesù vuol rispondere alle mormorazioni del cuore dell’uomo che non è più capace di onorare i suoi fratelli perché non sa più riconoscere il mistero di Dio; non riesce più a percepire il cuore di Dio. Per noi, in effetti, si tratta solo di riconoscere e credere all’amore di un Dio che viene a cercarci, a usarci premura, a fare dono di Sé a noi, a perdonarci, noi, la sua gioia! Ma il nostro cuore, irretito nelle illusioni del peccato, è più aspro di quello di Dio; crede di salvare una specie di nobiltà teorica condannandosi, rinchiudendosi in una condanna sfiduciata. La vita non è avara di motivi di sfiducia, ma si può giocare proprio nella fiducia a Qualcuno, che è riconosciuto come Colui che ‘si perde’ per noi e ci ridà dignità. È vero che Dio può far nascere altri figli perfino dalle pietre, ma è ancora più vero che, per quanto indegni e ribelli, i figli che Dio preferisce sono quelli in carne ed ossa, quelli che siamo, che rimprovera ma di cui continua ad avere premura. Gesù, morto e risorto per noi, è il sigillo ultimativo di quella Volontà e il suo Cuore trafitto è l’emblema più suggestivo di quella Volontà di Bene per noi.