IV Domenica T.A.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Avvento – IV Domenica (24 dicembre 2023)

Il Signore che viene, lo stesso che verrà alla fine dei tempi, è il padrone che si mette a servire i suoi servi: ci rende partecipi del suo segreto di amore lungo tutto il corso delle nostre vite (prima domenica). È lui il più forte, colui che ha detronizzato il diavolo dal suo potere sugli uomini: con la sua estrema mitezza e umiltà, da ritenersi ancor meno di uno schiavo in modo che il suo amore splendesse senza ombre di alcun tipo, non ha offerto alcun appiglio nella sua umanità al nefasto potere del diavolo (seconda domenica). È lui la luce, che è vita per gli uomini, da liberarci dalla tristizia del diavolo e farci vivere nella letizia di un amore che non si fa calpestare da nulla, aprendo l’anima alla preghiera incessante e alla gratitudine (terza domenica). E oggi, quando ormai il testimone per eccellenza è la stessa Vergine madre sua, tutto si concentra sulle parole dell’angelo a lei e di lei all’angelo: “Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te” e “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.

III Domenica T.A.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Avvento – III Domenica (17 dicembre 2023)

Possiamo vedere gli effetti di questa liberazione goduta in ciò che Paolo scrive ai Tessalonicesi: “Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Ts 5,16-18). Da intendere: questo è ciò che opera il Signore Gesù nei vostri cuori, se voi l’accogliete. L’invito segue l’esortazione a vivere in pace e a perseguire sempre il bene senza mai cedere al male. In greco la frase fa cadere l’accento non sul contenuto, ma sul tempo: ‘sempre, siate lieti; ininterrottamente, pregate; in ogni cosa, rendete grazie’. Noi potremmo intendere in questo modo: come dobbiamo essere sempre? Lieti. Cosa dobbiamo fare senza interruzione? Pregare. Cosa non dobbiamo tralasciare mai? Rendere grazie. Sono le tre caratteristiche di un agire libero e generoso: gioiosi, oranti, grati. Non si tratta però di qualità da perseguire per se stesse perché desiderabili, ma di condizioni essenziali che permettono di vivere dello spirito del Messia.

II Domenica T.A.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Avvento – II Domenica (10 dicembre 2023)

In cosa consista la potenza di Dio che libera, che procura gioia e consolazione, lo dice il profeta Isaia: è finita la tribolazione, termine che ha una valenza di tipo militare. È finito il duro servizio di corvée imposto dal dominatore di turno. Quando Gesù inviterà a venire a lui, fonte di gioia e consolazione per i cuori, si riferirà agli uomini ‘stanchi e oppressi’ (soggetti a corvée dal demonio che li tiene sotto il suo giogo) e chiederà di prendere il suo di giogo, che è dolce e leggero (cfr. Mt 11,28-30). La buona novella, con cui si apre il vangelo di Marco, porterà consolazione al mondo quando riceverà la corsa degli apostoli, mandati da Gesù, non tanto a far conoscere che cosa è successo (il Figlio di Dio, morto e risorto) ma a rendere partecipi, a far esplodere quella liberazione ottenutaci da Gesù, testimone per eccellenza dell’amore di Dio per i suoi figli.

I Domenica T.A.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Avvento – I Domenica (3 dicembre 2023)

L’invito che percorre tutto l’Avvento è ‘fate attenzione’, ‘vegliate’. L’invito riguarda la tensione dello sguardo puntato verso un unico punto. Volgete lo sguardo al Figlio dell’uomo che per voi ha patito, è morto, è risorto, sul quale giocare il desiderio del cuore, la responsabilità dell’agire e il segreto della vita, come hanno annunciato le tre parabole di Matteo sul finire dell’anno liturgico. È caratteristico che il passo evangelico proclamato oggi: “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!” (Mc 13,37) sia seguito immediatamente dal racconto della passione di Gesù.  La vigilanza, di cui ci è fatto comando, riguarda la capacità di cogliere la grandezza dell’amore di Dio che in Gesù si è manifestato in tutto il suo splendore. È quell’amore che ci salva dall’angoscia, che ci custodisce nell’agire e ci fa scoprire il segreto del vivere.