XXXIV Domenica T.O. – Cristo Re dell’universo

Anno liturgico C (2015-2016) – Tempo Ordinario – XXXIV Domenica – Cristo Re dell’universo (20 novembre 2016)

Gli uomini scherniscono, ma veramente Gesù non può salvare se stesso, non può dimostrare nulla e non viene liberato dalla morte. Eppure, proprio quel non salvare se stesso, non voler dimostrare nulla, non essere liberato dalla morte, comporta la rivelazione del vero amore di Dio che riempie la sua vita e che riverbererà sul cuore degli uomini che non vorranno più illudersi rispetto alle insinuazioni del maligno.

XXXIII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2015-2016) – Tempo Ordinario – XXXIII Domenica – (13 novembre 2016)

Le parole del brano di oggi fanno parte dell’ultimo discorso di Gesù, quello sulla fine. In una visione volutamente complessa, […], si intersecano annunci di eventi storici drammatici, come la distruzione del tempio e della città di Gerusalemme […] insieme ad allusioni catastrofiche riguardo alla fine della storia e del mondo, inserite però in un contesto di senso preciso: il dramma della storia fino alla sua fine si gioca per la testimonianza (“Avrete allora occasione di dare testimonianza”). Comprendere di che testimonianza si tratta significa trovare il senso della nostra vita di discepoli di Gesù.

XXXII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2015-2016) – Tempo Ordinario – XXXII Domenica – (6 novembre 2016)

“E non osavano più rivolgergli alcuna domanda” (Lc 20,40): così finisce il brano evangelico proclamato oggi. Entrato trionfalmente a Gerusalemme, con il gesto di scacciare i venditori dal tempio e con la parabola dei vignaioli omicidi, Gesù si è ormai inimicato la leadership religiosa e politica del tempo. Il rapporto con i capi del popolo si è definitivamente rotto. […] Con la differenza che, mentre i capi si chiudono nell’accusa, la gente resta stupita dalla forza dell’insegnamento di Gesù.

XXXI Domenica T.O.

Anno liturgico C (2015-2016) – Tempo Ordinario – XXXI Domenica – (30 ottobre 2016)

È Gesù a prendere l’iniziativa di fermarsi a casa di Zaccheo e Zaccheo, esattore e capo degli esattori, persona invisa alla gente, un uomo ricco, non è ancora uno che crede; è soltanto uno che vorrebbe conoscere quel profeta di cui si va parlando, che si prende la briga di vederlo. […] Un uomo della sua importanza non poteva certo esporsi al ridicolo, salendo su una pianta, per un motivo futile. Gesù, che guarda ai cuori, sente il suo desiderio e gli si fa incontro.

XXX Domenica T.O.

Anno liturgico C (2015-2016) – Tempo Ordinario – XXX Domenica – (23 ottobre 2016)

Se la parabola di domenica scorsa verteva sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi mai, quella di oggi, invece, svela la condizione e il frutto della preghiera. Luca introduce la parabola con queste parole: “Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri” (Lc 18,9).

XXIX Domenica T.O.

Anno liturgico C (2015-2016) – Tempo Ordinario – XXIX Domenica – (16 ottobre 2016)

Gesù teme che noi ci stufiamo nel pregare. E da dove ci deriva lo scoraggiamento (questo significa propriamente stancarsi)?
Gesù aveva appena risposto alla domanda dei farisei: “Quando verrà il regno di Dio?” (Lc 17,20) con il ricordare che il regno di Dio non può essere visto come un fatto osservabile, ma solo nella fede in lui. Fede, che però è messa alla prova dalla fatica del vivere e dello stare nella storia, con le sue assurdità e con i suoi dolori. Aveva ricordato i tempi escatologici, vale a dire aveva cercato di orientare gli sguardi dei suoi ascoltatori verso il punto finale della storia, la venuta del Figlio dell’Uomo, venuta che però si manifesta già nel giudizio della croce, dove prevale la manifestazione dell’amore del Padre per noi.