SS. Trinità

Anno liturgico C (2024-2025) – Solennità e feste – SS. Trinità – (15 giugno 2025)

Lui è il Testimone per eccellenza di quella verità che conquista i cuori interamente, convinca i cuori della grandezza dell’amore di Dio, che l’esperienza di quell’amore ci sveli i suoi segreti.
Segreti, che attingono all’origine stessa della creazione, di cui costituiscono il fondamento e lo scopo, come il capitolo 8 del libro dei Proverbi suggerisce. Un’espressione è particolarmente suggestiva: “… io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”. Il Padre trovava delizia nel Figlio e il Figlio trovava delizia nei figli dell’uomo. Come a dire che il colloquio eterno tra il Padre e il Figlio verte sulla salvezza dell’uomo, per il quale il mondo è creato, colloquio che lo Spirito svelerà al nostro cuore rendendocene partecipi. E la partecipazione avverrà stando sottomessi a tutti nel nome di Cristo, che rivela l’amore di Dio, perché la sottomissione ha a che fare con la delizia della Sapienza che presiede alla creazione per amore dell’uomo.

Pentecoste

Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo di Pasqua – Pentecoste – (8 giugno 2025)

È caratteristico che rispetto all’azione dello Spirito Santo Gesù sottolinei la ‘totalità’. Gesù confida ai discepoli che lo Spirito insegnerà ogni cosa, che ricorderà tutto ciò che lui ha detto, che guiderà a tutta la verità. Il ‘tutto’ è in rapporto alla comunione che realizzerà tra il credente e il suo Signore, tra i credenti e con tutti gli uomini, perché tutti conoscano la grandezza dell’amore del Padre. Il sottinteso della promessa di Gesù è che nulla e nessuno potrà privare i discepoli di quell’amore. La testimonianza, di cui è fatto comando ai discepoli, ha appunto come contenuto la comunione che si allarga a tutto e a tutti. Qui risalta quello per cui Gesù ha pregato: perché la sua gioia sia in loro piena, in quanto lui ha vinto il mondo.

Ascensione del Signore

Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo di Pasqua – Ascensione del Signore – (1 giugno 2025)

Il brano del vangelo di Luca proclamato oggi è introdotto dalla frase: “Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture”. Aprire le Scritture al cuore e aprire il cuore alle Scritture è far entrare nel regno di Dio, argomento tipico del sostare del Risorto con i suoi discepoli prima di ascendere al cielo. Solo quando il Risorto è riconosciuto sulla base delle Scritture ormai aperte, si può aprire lo spazio della missione e della testimonianza, perché quell’esperienza sia offerta a tutti.
Gesù non ascende a un luogo. Gli angeli non sarebbero venuti a ricordare: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?”. Se si fosse trattato semplicemente della sparizione dalla loro vista, non sarebbe stato ragionevole annotare: “poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia”. Spiega Agostino: “Disparve agli occhi mortali perché noi ritornassimo al cuore e trovassimo il Cristo”. In effetti i discepoli hanno visto il fenomeno fisico dell’ascendere al cielo di Gesù, ma ne hanno anche percepita la portata mistica. Il che significa che lo sparire di Gesù dalla vista dei loro occhi permetteva di coglierlo presente nei loro cuori, come lui stesso aveva promesso: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, versetto con il quale si chiude il vangelo di Matteo.

VI Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo di Pasqua – VI Domenica di Pasqua – (25 maggio 2025)

La liturgia di oggi predispone due piste di ricerca per accedere alla rivelazione della parola di Dio. Se partiamo dall’antica colletta, comprendiamo che la liberazione pasquale, che celebriamo nell’eucaristia per testimoniarla nella vita, è caratterizzata dalla letizia: “Dio onnipotente, fa’ che viviamo con rinnovato impegno questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto, per testimoniare nelle opere il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede”. La letizia, però, è per la comunione. Una letizia che non si traduca in ansia di comunione non risponde alla liberazione pasquale. La prima lettura mostra quella letizia in ansia di comunione alle prese con gli imprevisti della storia. I credenti provenienti dalla tradizione mosaica, pur accogliendo la fede in Gesù, temono di mancare alla santità di Dio non obbligando anche i fratelli provenienti dal paganesimo alle stesse leggi. La decisione apostolica ribadisce la fede di tutti: oramai c’è un unico popolo di salvati, circoncisi e incirconcisi e l’invito ai pagani sembra soltanto quello di non essere fonte di disagio per i fratelli circoncisi trovandosi alla stessa mensa. La liberazione è per la gioia e la gioia è per la comunione: questa è la dinamica pasquale.

V Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo di Pasqua – V Domenica di Pasqua – (18 maggio 2025)

Gesù abbina il comandamento dell’amore alla menzione della sua gloria. Perché? Gesù aveva appena lavato i piedi ai suoi apostoli, Giuda compreso e tutti avevano sentito la spiegazione che ne dava: “Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13,15). Gesù ha chiara la percezione dell’imminente tradimento e sa quel che fa, a differenza dei discepoli che non possono ancora comprendere. Solo quando Giuda se ne è andato e Gesù sa dove va, può aggiungere: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Gesù poco dopo dirà che dove è lui vuole che anche i suoi discepoli siano. Da intendere: Io sono nell’amore del Padre per voi e se voi restate in me, anche voi partecipate all’intimità e al dinamismo di quello stesso amore. Quell’amore è l’energia dello Spirito che conduce Gesù alla croce nella piena intimità con il Padre e nella piena solidarietà con l’umanità, tanto da trasfigurare la sua morte in radice di vita e di vita eterna, come apparirà nella sua evidenza agli apostoli con il vedere il crocifisso risorto. Il comandamento nuovo si riferisce all’energia dello Spirito che muove i discepoli come ha mosso Gesù.

IV Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo di Pasqua – IV Domenica di Pasqua – (11 maggio 2025)

In effetti, l’unico impedimento risulta essere quello di giudicarsi non degni della vita eterna, come dicono Paolo e Barnaba ai convenuti in sinagoga ad Antiochia: “… poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna …” (At 13), come se la vita eterna scaturisse da qualche nostro merito o pregio. Il dramma dell’uomo consiste proprio in un giudizio cattivo su di sé, che nasconde un cattivo giudizio su Dio: non ci si ritiene degni dei misteri di Dio! Quando l’uomo non accoglie umilmente questa dignità si fa violenza e la eserciterà su tutti: sarà preda del tormento della morte. E il mondo è prostrato dagli effetti di questo tormento. I discepoli invece sono “pieni di gioia e di Spirito Santo” perché partecipano all’opera dello Spirito Santo che è l’edificazione di un’umanità con un cuor solo e un’anima sola. La partecipazione al mistero stesso della vita di Dio e in Dio non dipende minimamente da quello che fa il mondo o da quello che ci fa il mondo.