III Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo di Pasqua – III Domenica di Pasqua – (4 maggio 2025)

Il brano di vangelo di oggi chiude il vangelo di Giovanni. Sembra quasi un’appendice. Se domenica scorsa la figura di riferimento era Tommaso, oggi è Pietro. Il racconto ha un alto valore simbolico. C’è un dettaglio estremamente significativo. Nel vangelo di Giovanni, il primo incontro di Gesù con Pietro viene narrato in 1,42 quando Gesù gli dice: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro”. Nel corso della narrazione evangelica viene sempre denominato Simon Pietro o Pietro. Alla fine, di nuovo, Gesù lo chiama: “Simone, figlio di Giovanni…” per tre volte. Perché? Sembra che Pietro, con tutto l’amore che porta al suo Maestro, abbia ancora bisogno di qualcosa di essenziale, di decisivo, per realizzare quello che il nome, Pietro, impostogli da Gesù, significa per lui e per la comunità dei suoi fratelli.

Gesù lo chiama con il vecchio nome rammentandogli l’amore che gli ha sempre protestato senza però essere stato capace di viverlo fino in fondo. Nell’ultima cena aveva protestato: “Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!” (13,37) e poi, nella stessa notte, l’aveva rinnegato tre volte.