XXXII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – XXXII Domenica (10 novembre 2019)

Figli di Dio sono allora coloro che lo Spirito governa, coloro che si muovono sotto l’azione dello Spirito e l’unica perfezione desiderabile per l’uomo è appunto quella di lasciarsi penetrare fin nelle midolla da questo far grazia di sé da parte di Dio agli uomini, in Cristo, per la potenza del suo Spirito. Come dice stupendamente s. Francesco, sintesi dell’intera Tradizione: “ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”.

XXXI Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – XXXI Domenica (3 novembre 2019)

Quando diciamo nella colletta: “… porta a compimento ogni nostra volontà di bene…” è come se domandassimo: fa’ che il bene che operiamo si risolva nella visione di te. Desiderare il bene non comporta solo il fatto di muoversi a farlo, ma di farlo in modo tale che si riveli al nostro cuore il Volto di Dio. Fare il bene comporta sempre un incontrare il nostro Dio, che vuole la salvezza di tutti. Così, quando Gesù arriva sotto l’albero dove è salito Zaccheo e lo invita a riceverlo nella sua casa, in realtà non è Gesù che va nella casa di Zaccheo, ma Zaccheo che viene nella casa di Gesù. Avviene come per l’Eucaristia: ci avviciniamo all’altare per mangiare il Corpo del Signore, ma in realtà è lui che mangia noi, che ci assimila a sé.

Tutti i Santi

Anno liturgico C (2018-2019) – Solennità e feste – Tutti i Santi – (1° novembre 2019)

Il salmo responsoriale descrive la santità come una integrità: un uomo che ha mani (azioni), cuore (pensieri), bocca (parole), in perfetta sintonia è un uomo diventato capace di vedere la luce del primo giorno della creazione, la luce della santità di Dio che regge tutte le cose. Lo splendore di amore con cui Dio ha creato il mondo e nel quale lo mantiene si fa visibile all’uomo e la sua umanità lo riverbera.
Il vangelo mostra le finestre attraverso le quali quella luminosità si fa visibile con la proclamazione delle beatitudini.

XXX Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – XXX Domenica (27 ottobre 2019)

L’insegnamento della parabola emerge in tutta la sua portata se mettiamo a confronto la preghiera del fariseo con quella che Gesù innalza al Padre al ritorno dei discepoli da una missione di predicazione: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Almeno tre sono le differenze vistose: la preghiera di Gesù prorompe da un’intimità goduta, esprime solidarietà con Dio e con gli uomini, celebra Dio e non l’uomo. Quella del fariseo è appiattita sull’esteriorità esibita, fa rimarcare la separazione, celebra l’uomo e non Dio. Se nella preghiera di Gesù Dio è benedetto come Padre, in quella del fariseo, la caratteristica che manca, è proprio la proclamazione della sua paternità.

XXIX Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – XXIX Domenica (20 ottobre 2019)

L’invito a pregare senza interruzione, che Luca esprime con gli stessi termini che usa san Paolo nelle sue lettere (si veda in particolare il passo di 1Ts 5,17), mira a sostenere lo sguardo dell’uomo oltre la cronaca, oltre il visibile, oltre le apparenze, per cogliere il mistero dell’amore di Dio, mai scontato per il cuore dell’uomo. Al ‘sempre’ dell’invito alla preghiera è per forza di cose abbinato il timore dello scoraggiamento, che si esprime con la domanda/lamentela/grido: ma perché Dio non interviene, non si fa sentire?

XXVIII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica (13 ottobre 2019)

“In ogni cosa rendete grazie: questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”. Vale a dire: se rendete grazie in ogni cosa, allora siete attenti all’appello di Dio, all’invito del suo cuore, che è quello di farci fare esperienza della sua volontà di benevolenza nei nostri riguardi attraverso gli eventi della nostra vita, che così diventa storia sacra, storia dell’incontro dei nostri affetti, di noi e di Dio; benevolenza, che si è manifestata in Gesù, di cui siamo chiamati a vedere il Volto e nella cui compagnia siamo invitati a camminare. A dire il vero, al rendere grazie Paolo unisce l’essere sempre lieti e il pregare ininterrottamente. Le tre cose insieme segnalano che il cuore ha presagito la presenza del suo Salvatore, che l’ha riconosciuto e al quale volgerà tutto il suo desiderio.