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Settimo ciclo

Anno liturgico B (2020-2021)

Tempo Ordinario

XXXIV Domenica

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo

(21 novembre 2021)

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Dn 7,13-14;  Sal 92;  Ap 1,5-8;  Gv 18,33b-37

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Termina l’anno liturgico e il pensiero corre alla fine della storia. E cosa si manifesterà alla fine della storia? Il regno di Dio nel suo splendore. È lo stesso regno che si poteva cogliere presente nella storia, regno che alcuni hanno visto, altri hanno negato, alcuni hanno cercato, altri se ne sono infischiati. Alla fine, tutti si accorgeranno che a quel regno convergevano tutti i desideri del cuore dell’uomo.

La scena evangelica di Gesù davanti a Pilato va letta in rapporto a quella suprema manifestazione. Interessante osservare come sia costruita. Gesù, ormai nelle mani delle autorità religiose di Gerusalemme, viene condotto a Pilato, governatore pagano di Gerusalemme. Pilato chiede: quale accusa portate contro quest’uomo? Rispondono che Gesù è un malfattore, senza nulla specificare, ma sottintendendo che ha fatto qualcosa degno di morte. E dal momento che a loro non è permesso mettere a morte, lo consegnano all’autorità pagana, l’unica che poteva far eseguire una condanna a morte. Quando Pilato rientra nel pretorio e fa chiamare Gesù, prima di chiedere che cosa abbia fatto di male, gli chiede: tu sei re dei Giudei? Non usa l’espressione tradizionale ‘re di Israele’, dal significato messianico, improprio sulla bocca di un romano. Per lui, il fatto che sia reo di morte per le autorità giudaiche comporta che si sia fatto passare per re. E quando Pilato chiede a Gesù cosa abbia fatto di male, Gesù risponde parlando della propria regalità. E abbina il suo essere re alla testimonianza della verità. È questo il passaggio determinante che va compreso.

Nel linguaggio biblico verità e fedeltà sono espresse da un unico termine ‘èmet’. A differenza della lingua greca per la quale la verità è la rivelazione di ciò che è nascosto, nella lingua ebraica la verità è ciò che resta fedele a se stesso, che rimane stabile senza cambiamenti. Ora, la verità e la fedeltà che di Dio si professa in tutte le Scritture è la sua misericordia, il suo amore misericordioso, che non viene mai meno nonostante le ribellioni dell’uomo. Potremmo dire: la verità di Dio è la fedeltà ininterrotta al suo amore per l’uomo. Gesù è proprio il Testimone per eccellenza di quella verità e lo ricorda proprio nel momento in cui appare che, se condanna ci sarà (Pilato cerca in qualche maniera di difendere il prigioniero che gli è stato consegnato), sarà una condanna di croce, perché sarà emessa dall’autorità pagana. Così, l’accusa delle autorità religiose (è un malfattore) acquisterà anche l’ignominia della condanna dei pagani (Gesù, crocifisso, tra due ladroni).

Nel vangelo di Giovanni, almeno per tre volte è menzionato che la condanna a morte che Gesù subirà sarà la crocifissione: Gv 3,14; 8,28; 12,32-33. Il termine che la connota è ‘innalzato’, a significare, da una parte, la condanna a quel tipo di patibolo e, dall’altra, al significato salvifico che la morte di croce comporta. Significato che qui è espresso con il denominare Gesù re. A questo proposito, se colleghiamo il brano di vangelo al brano dell’Apocalisse della seconda lettura, otteniamo un approfondimento di significato straordinario. Nel testo dell’Apocalisse, Gesù, il Crocifisso, è chiamato “Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”. Tutti termini che si riferiscono alla grandezza e infinitezza dell’Amore misericordioso di Dio per l’uomo, Amore che ha posto in essere le cose, le ha guidate al loro compimento nel fatto di partecipare alla dinamica di questo amore che tutto avvolge e tutto fa splendere. Nella definizione di Dio non rientra la qualifica ‘Colui che sarà’, come verrebbe spontaneo aggiungere alle prime due: Colui che è e che era. Perché il futuro non è che la potenza del presente infinitamente dilatato fino a comprendere tutti i tempi e l’eternità. Perché di questo si tratta con Gesù, proclamato re: l’Amore di Dio è vittorioso su tutto. Re va abbinato a Onnipotente nell’amore. E qui risalta ancora più stridente l’accusa delle autorità giudaiche con cui Gesù è stato consegnato a Pilato: è un malfattore (letteralmente: fa cosa cattiva). Lui, che incarna la Bontà di Dio per l’uomo, proprio di lui viene detto che fa cosa cattiva!

Il re messianico, colui che avrebbe inaugurato l’era messianica, era designato proprio con l’espressione ‘colui che viene’, espressione che era risuonata festosa, pochi giorni prima, sulla bocca dei discepoli all’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme. Per mettere maggiormente in risalto il valore dell’espressione sarebbe bene tradurre: ‘Benedetto nel nome del Signore colui che viene!’. Se teniamo presente che quell’espressione risuona come definizione di Dio: “Io sono l’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente” (Ap 1,8) e che l’ultima parola della Bibbia si raccoglie in un doppio grido da e per Colui che viene: “Sì, vengo presto! Amen. Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,20), allora se ne può intuire la densità di significato. Colui che da sempre è stato atteso, colui che da sempre si attende, Colui che riassume tutte le nostre attese è proprio Lui, il re dei Giudei, sotto processo, condannato, giustiziato. Perché a questo è destinato colui che proclama la verità, colui il cui regno non è e non appartiene a questo mondo, ma di cui il senso è noto e svelato soltanto da Lui.

Quando dice che il suo regno non è di questo mondo, non vuol dire che non riguarda questo mondo, ma più semplicemente e più potentemente che proprio perché non è di questo mondo, può essere in questo mondo, può riprenderne le minime cose senza sciuparle, può riprendere ciò che è rotto e farne un canale. Lo proclamerà dall’alto della croce quando si svelerà la profezia messianica: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). È la verità dell’amore del Padre per tutti i suoi figli che in lui splende.

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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):

[I testi delle letture sono protetti dal © Libreria Editrice Vaticana e ne è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo]

Prima Lettura  Dn 7, 13-14

Dal libro del profeta Danièle

Guardando nelle visioni notturne,

ecco venire con le nubi del cielo

uno simile a un figlio d’uomo;

giunse fi­no al vegliardo e fu presentato a lui.

Gli furono dati potere, gloria e regno;

tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:

il suo potere è un potere eterno,

che non finirà mai,

e il suo regno non sarà mai distrutto.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 92

Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:

si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.

Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!

La santità si addice alla tua casa

per la durata dei giorni, Signore.

Seconda Lettura  Ap 1, 5-8

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.

A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della ter­ra si batteranno il petto. Sì, Amen!

Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Vangelo  Gv 18, 33b-37

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu­deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con­segnato a me. Che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».