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Settimo ciclo

Anno liturgico B (2020-2021)

Tempo di Quaresima

I Domenica

(21 febbraio 2021)

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Gn 9,8-15;  Sal 24;  1Pt 3,18-22;  Mc 1,12-15

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L’antica colletta di questa domenica esprimeva bene la tensione del cuore di tutto il cammino quaresimale: “O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita”. Lo sguardo è tutto orientato a quel Signore Gesù, che per noi ‘patì, morì, fu sepolto, risuscitò, rendendoci il suo Spirito’.

Il salmo responsoriale invoca: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 24/25,4). Le vie sono quelle indicate dal Signore Gesù, lui che, alla fine del suo tragitto terreno, poco prima di subire la passione, rivela ai suoi discepoli: Io sono la via, la verità e la vita. Questo stesso salmo racchiude una proclamazione speciale per il cuore dell’uomo: “Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza” (v. 14). Il testo ebraico però suona: “Il segreto di Adonaj è per quanti lo temono e la sua alleanza per farla loro conoscere”. Il ‘segreto’, nella tradizione esegetica ebraica, è il quarto senso, il senso mistico, quello che si apre solo a coloro che servono il Signore con cuore sincero e integro. Quel ‘segreto’, che apre all’intimità con Dio e fa riposare il cuore nell’amore infinito di Dio, è quello che corrisponde all’affermazione stupefacente di Gesù, sempre nell’ultima cena: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 14,15). Quando Gesù chiama i suoi discepoli amici, questi non sono ancora pronti. Di lì a poco, nonostante tutta quella intimità goduta, si disperderanno e lo abbandoneranno, ma Gesù sa che ritorneranno, che si ‘convertiranno’ proprio perché hanno goduto un poco di quell’intimità donata gratuitamente a loro. Il tradimento avverrà perché non sanno ancora quali sono le vie di Dio, hanno ancora bisogno di vederle, di riconoscerle e finalmente cedere alla grandezza misericordiosa del suo amore.

Quello che per noi sembra impossibile da accettare è il collegamento tra Spirito e tentazione. Marco, nel riportare le tentazioni di Gesù, sorvola sulla lotta drammatica che Gesù sopporta nella sua umanità per non cedere alle lusinghe del tentatore, come nei passi paralleli di Matteo e Luca (nella sostanza, il giocare sul potere e sul prestigio piuttosto che sull’amore per conquistare gli uomini). Lotta che si ripresenterà in maniera radicale sulla croce: se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce… Là Gesù mostrerà in tutta la sua estensione e definitività la vittoria sul maligno perché prevarrà, assoluto, solo l’amore di Dio per i suoi figli. Marco mostra in Gesù il nuovo Adamo, come il primo Adamo nel paradiso terrestre prima del peccato. Ma collega comunque Spirito e tentazione. Gesù, dopo il battesimo, è pieno di Spirito Santo e la prima cosa che lo Spirito lo induce a fare è di spingerlo nel deserto per essere tentato da satana.

Due sono le cose da notare. Prima, il fatto stesso della tentazione. Gesù è ricolmo di Spirito Santo e subisce la tentazione. Possiamo pensare: in discussione non è messa la sua potenza, ma la modalità con cui si esprimerà. La sua vittoria non avrà nulla di mondano, come il tentatore sembra suggerirgli per realizzare la sua missione, bensì si rivelerà nella debolezza e nella follia della croce. In tal senso, l’annotazione che stava con le bestie selvatiche e che gli angeli lo servivano, allude alla ritrovata armonia della creazione come era uscita dalle mani di Dio. Quell’esito, però, sarà ottenuto con l’umiltà e la mitezza del Figlio di Dio che si consegna nelle mani degli uomini perché ne facciano quello che vogliono e così si rivelerà la grandezza dell’amore del Signore per i suoi figli.

La seconda, la tentazione avviene nel deserto. Il deserto è il luogo della grazia e della tentazione, dell’alleanza e della infedeltà, della manna e del vitello d’oro. “Il Signore parlò a Mosé nel deserto” (Nm 3,14; 9,1); “Lascia partire il mio popolo, perché possa servirmi nel deserto” (Es 7,16); “Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè” (Es 16,2); “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16). In particolare, nominare il deserto, significa far riferimento all’alleanza del Sinai. Gesù è presentato come colui che rinnoverà l’alleanza di Dio con il suo popolo, un’alleanza definitiva ed eterna che segue e compie le altre precedenti alleanze, quelle con Adamo, Noè (vedi la prima lettura), Abramo e Mosè.

Ancora, l’accenno alle bestie selvatiche e agli angeli, nel deserto, può essere spiegato con questa bellissima annotazione di Origene: “Tutte le creature sono ostili al peccatore, come sta scritto a proposito degli Egiziani: la terra era contro di loro; il fiume era contro, l’aria stessa, il cielo era contro di loro. Per il giusto, invece, anche le realtà che appaiono inaccessibili diventano piane e proclivi. Il Mar Rosso il giusto lo attraversa come terra asciutta, mentre l’egiziano se vorrà attraversarlo, verrà sommerso e l’acqua non diventerà per lui come muraglia a destra e a sinistra. Il giusto, anche se entra nel deserto spaventoso e immenso, viene servito del cibo dal cielo. … Non vi è assolutamente nulla che il giusto debba temere, ogni creatura infatti è al suo servizio”. Sarà proprio quello che ci ottiene la nuova alleanza di Gesù firmata nel suo sangue.

Vittorioso sul diavolo, Gesù inizia la sua ‘evangelizzazione’: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15). Se leggiamo in parallelo i vangeli sinottici, ci accorgiamo che di queste quattro espressioni che definiscono l’annuncio di Gesù, due sono singolari di Marco: “il tempo è compiuto”, “credete al vangelo”. Il vangelo di Marco inizia così: “Inizio del vangelo di Gesù” (Mc 1,1). Mettere in bocca a Gesù, come prima parola di annuncio, ‘il tempo è compiuto’ e ‘credete al vangelo’, significa orientare il lettore all’insieme del vangelo, che è costituito dalla persona stessa di Gesù. Ma qual è il vangelo annunziato da Gesù se non la rivelazione dello splendore dell’amore del Padre per gli uomini, come poi la conclusione del cammino quaresimale, nella celebrazione della Pasqua, farà scoprire? E la novità evangelica, perenne novità divina per l’uomo, novità che risulterà sempre tale rispetto a tutto ciò che il mondo può produrre (ecco perché i suggerimenti del diavolo sono illusori, in quanto non si possono rifare a questa novità, che rivela tutta la gratuità dell’agire di Dio nel suo amore per gli uomini), è proprio quella di mostrare lo splendore dell’amore di Dio nell’umanità. Di questo Gesù sarà il Testimone e il Donatore.

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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):

[I testi delle letture sono protetti dal © Libreria Editrice Vaticana e ne è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo]

Prima Lettura  Gen 9,8-15

Dal libro della Gènesi

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».

Dio disse:

«Questo è il segno dell’alleanza,

che io pongo tra me e voi

e ogni essere vivente che è con voi,

per tutte le generazioni future.

Pongo il mio arco sulle nubi,

perché sia il segno dell’alleanza

tra me e la terra.

Quando ammasserò le nubi sulla terra

e apparirà l’arco sulle nubi,

ricorderò la mia alleanza

che è tra me e voi

e ogni essere che vive in ogni carne,

e non ci saranno più le acque per il diluvio,

per distruggere ogni carne».

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 24

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia

e del tuo amore, che è da sempre.

Ricòrdati di me nella tua misericordia,

per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.

Seconda Lettura  1Pt 3,18-22

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.

Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

Vangelo  Mc 1,12-15

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».