Il 19 gennaio 2019 a Roma in San Giovanni in Laterano, anzi nell’Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano, si è svolto un singolare “capitolo” di aspiranti monaci. In realtà, come dice la scrittrice e giornalista Costanza Miriano (anima nascosta di questo evento) “è stata una giornata di grazia esagerata, un pezzetto di paradiso per le 2000 persone (oltre 1900 sedie, più gente in piedi qua e là) che sono riuscite a venire a Roma“. Tutto nasce da un’idea nata tra amiche come spiega sempre la Miriano: “Adesso mi viene da ridere a ripensare come è nata questa avventura, in un bar sul lungomare di Viareggio, tra cinque amiche – mogli e mamme – che desideravano un momento di spiritualità da condividere tutte insieme (poi abbiamo aperto ai maschi), noi che ci incontriamo fugacemente in giro per l’Italia, ma che sappiamo che l’amicizia ha bisogno anche della carne, noi che nel quotidiano dei nostri chiostri familiari riusciamo a tenere i contatti fra di noi quasi solo in wi-fi, cioè con una fedeltà senza fili. Pensavamo a qualche decina di amiche, ed eravamo certe che sarebbe bastata una parrocchia qualsiasi. Ma se lavori per il Signore, ho imparato, il Signore lavora per te. E così ha sfondato porte e portoni, ha vinto critiche, resistenze e sospetti, ci ha spianato le strade, le autostrade. Il segreto è che qui nessuno ha voluto fare il protagonista“.

Ecco, l’idea di fondo si basa su una fedeltà senza fili (da qui l’ironico nome di “monastero wi-fi”), e però, come suor Fulvia dice in modo mirabile, se questa libertà evangelica non è custodita all’interno di una “clausura”, di un recinto, come lo è l’anello nuziale, come deve essere la camera nuziale, allora ci si fa molto male. Ci deve essere un chiostro: “san Paolo, nella lettera ai Colossesi, capitolo 2 (meraviglioso!) a un certo punto: “La realtà invece è Cristo.” Punto. Cioè se tu esci dalla tua realtà, che è la tua benedetta vita, tu non incontri Gesù Cristo! Perché la realtà non solo parla di Cristo, ma è Cristo! Allora se vuoi essere monaca devi stare nella realtà, nella tua vita. Perché guardate che noi non crediamo in un Dio che rifà il letto in casa, che sposta i mobili… noi crediamo nell’incarnazione, in Qualcuno, non in qualcosa, e la vita cristiana è tutta questo desiderio di un incontro che ogni giorno si può compiere e il giorno dopo ricominci. Perché la realtà è Cristo, non c’è nient’altro. La tua vita così come è. Tuo marito, i tuoi figli difficili, ma le cose belle, perché se guardi bene ce ne hai di cose belle, anche nei dolori più grandi… è lì che incontri Cristo! Cristo che forma ha? La forma di un crocifisso risorto, la realtà è un crocifisso risorto”. Qui =>la trascrizione della catechesi di suor Fulvia Sieni.

Qui => l’articolo introduttivo di Costanza Miriano, “Una giornata di grazia esagerata”.

Ma vi consiglio vivamente l’ascolto => di tutte le catechesi, quella per i “maschi” di p, Maurizio Botta, quella per le “femmine” di suor Fulvia, la meditazione di padre Emidio Alessandrini e l’imperdibile omelia di don Fabio Rosini (qualsiasi trascrizione non può rendere la passione, la comunicatività e, perché no, le inflessioni, ad esempio anche romanesche di suor Fulvia, di p. Emidio e di don Fabio).

Buon ascolto e lettura.