Quinto
ciclo
Anno
liturgico B (2014-2015)
Tempo
di Natale
Natale del Signore
(25 dicembre
2014)
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Messa
vespertina della vigilia: Is 62,1-5; Sal 88;
At 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25
Messa
della notte: Is 9,1-6; Sal 95;
Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Messa
dell’aurora: Is 62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7; Lc
2,15-20
Messa
del giorno: Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv
1,1-18
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La
vigilanza, che la liturgia dell’avvento ci aveva insegnato ad assumere davanti
al mistero del Signore che viene, ci ha affinato gli sguardi. Ora siamo pronti
a vedere ciò che in realtà non è
immediatamente visibile. Quale potenza mostra mai un Dio che si fa fragile e
inerme bambino? Quali luci in un evento di cui nessuno sembra accorgersi, in
una situazione di povertà e di totale discrezione?
Il mistero del Natale appare in tutto il suo splendore considerando lo
sviluppo della liturgia nei suoi quattro formulari delle Messe. Una tensione unica percorre la
liturgia, sottolineata dalle collette: Dio si fa uomo perché l’uomo diventi ‘dio’. Ciò significa che la natura dell’uomo è
strutturata sulla vita divina e la liturgia del natale
del Signore appunta lo sguardo sul mistero da dentro tale prospettiva.
Se teniamo presenti i brani evangelici possiamo notare che
l’evento della nascita di Gesù, a Betlemme, celebrato nella messa della notte,
con la successiva adorazione dei pastori, commemorato nella messa dell’aurora,
risulta incastonato dai brani della genealogia di Gesù (messa vespertina della
vigilia) e dal prologo di Giovanni (messa del giorno). Quale lettura possibile?
Il Bambino
contemplato nella mangiatoia compie finalmente le promesse di Dio. La
genealogia di Matteo, all’inizio del suo vangelo, vuol proprio dire questo:
Gesù, il Messia annunciato della discendenza di Davide, risale ad Abramo, con
cui inizia la storia sacra di Dio col popolo d’Israele. Lui realizza le
profezie, Lui compie le promesse. Leggendo però la genealogia nel vangelo di
Luca, posta dopo il battesimo di Gesù al Giordano, quando il cielo si apre e si
ode la voce del Padre: “Questi è il Figlio
mio, l’amato …”, allora il significato muta. Il
Bambino è Colui sul quale il Padre dice: “Questi è il mio Figlio amatissimo, in
lui mi sono compiaciuto, in lui riposa il mio amore e in lui mi riposo”. In effetti il cielo si apre su di lui e passa per lui (Gesù
dirà: ‘io sono la porta…’) in modo
che chi entra per lui arriva al principio della sua genealogia umana e la
sorpassa, collegandola al mistero che la origina. Nella genealogia di Luca Gesù
non risale ad Abramo, ma discende da Dio, assumendo Adamo: viene
svelato il mistero della sua identità di Figlio di Dio, il mistero dell’amore
di Dio nel quale prende origine la creazione dell’uomo e la storia di amore di
Dio con l’umanità.
Con il
prologo di Giovanni si afferma la stessa cosa dando la griglia di lettura della
storia umana a partire da Dio e dal Figlio, sul quale
e per mezzo del quale tutto è stato creato, avvalorata ormai dalla
testimonianza apostolica di aver visto lo splendore della gloria di Dio in quel
Figlio, nato, vissuto, morto e risorto per noi. Di lui dice Giovanni: “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria”.
Quando nella
notte si celebra l’evento della nascita a Betlemme è
da dentro questa prospettiva che gli occhi guardano. Forse noi non ci rendiamo
conto della immensa sproporzione e inadeguatezza tra
la povertà del segno (un bambino giace nella mangiatoia) e lo splendore della
visione celebrata con la voce degli angeli che lodano Dio, con la luce che
risplende, con la letizia immensa e incontenibile che riempie i cuori. Dentro
questa sproporzione verrà poi descritta tutta la vita
di quel Bambino. E quando la chiesa nei suoi inni proclama che una nuova
creazione ha inizio con la nascita di Gesù allude alla fecondità di rivelazione
racchiusa in questa sproporzione. Con l’Altissimo che si fa bambino
si ritorna allo splendore di un’umanità tutta intessuta dall’amore di Dio e che
in Dio cerca il motivo della sua gloria, in povertà e tenerezza. Qui risuonano
potenti le parole di Paolo ai Corinzi: “Infatti ciò che è
stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è
più forte degli uomini” (1Cor 1,25). Da dentro questa
‘stoltezza’ e ‘debolezza’ Gesù rivelerà la grandezza dell’amore di Dio per noi.
Se
consideriamo le collette, la progressione della comprensione del mistero è delineata secondo questa traiettoria: l’evento sprigiona una
tale luce (notte) da investire il nostro agire (aurora) per partecipare alla
stessa vita di Dio (giorno). “O Dio, che hai illuminato questa santissima notte
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo …” (notte);”Fa’
che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro
spirito” (aurora); “Fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio…”
(giorno) e questo è lo scopo di tutta la nostra gioiosa adorazione.
Mi piace sottolineare che nei racconti natalizi non si riporta
nessuna parola della Madre di Gesù. Si descrivono i gesti di tenerezza, nella
povertà della situazione (“lo avvolse in fasce
e lo pose in una mangiatoia”) e la sua disposizione adorante (“custodiva tutte queste cose, meditandole nel
suo cuore”). La sua parola era già stata riferita: “Ecco, la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola”. La sua vita era puro spazio perché il
desiderio di Dio di dimorare con noi si compisse in tutto il suo mistero. Nelle
icone natalizie, la Madre non guarda il suo bambino, ma coloro per i quali
questo bambino è donato!
Un poema
natalizio di s. Efrem canta: “Sia benedetto Colui che ha consegnato la nostra anima, che l’ha adornata e
se ne è fatta la fidanzata! Sia benedetto Colui che ha
fatto del nostro corpo una tenda per la sua Invisibilità! Sia benedetto Colui che nella nostra lingua ha tradotto i suoi segreti!...
Gloria a Colui che non ha mai bisogno che noi lo ringraziamo. Ma che ha bisogno di tenerci per cari, che ha sete di amarci e che
chiede che noi gli diamo perché Lui possa darci ancora di più”. Possano
i nostri cuori percepire quei segreti e scoprire le radici della letizia per
noi in questo mondo. La letizia dell’annuncio natalizio costituisca il vigore
dell’anima e lo spazio di intelligenza del cuore per
la vita propria e quella di tutti.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
MESSA VESPERTINA DELLA VIGILIA
Prima Lettura Is 62,1-5
Dal libro del profeta Isaia
Per amore di
Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi
concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua
giustizia
e la sua salvezza non risplenda come
lampada.
Allora le
genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una
magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo
Dio.
Nessuno ti
chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta
Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua
delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un
giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
Canterò per sempre l'amore del
Signore.
«Ho stretto
un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò
per sempre la tua discendenza,
di
generazione in generazione edificherò il tuo trono».
Beato il
popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli
conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Seconda Lettura At 13,16-17.22-25
Dagli Atti degli Apostoli
Paolo,
[giunto ad Antiòchia di Pisìdia,
nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano,
disse:
«Uomini d’Israele e voi timorati di
Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e
rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente
li condusse via di là.
Poi suscitò
per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato
Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore;
egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come
salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando
un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva
Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i
sandali”».
Vangelo Mt 1,1-25
Dal vangelo secondo Matteo
Genealogia
di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo
generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da
Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide
generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa,
Salomone generò Roboamo, Roboamo
generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa,
Giosìa generò Ieconìa e i
suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la
deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo
di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo,
tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla
deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione
in Babilonia a Cristo quattordici.
[Così fu generato Gesù Cristo: sua madre
Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme
si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era
uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in
segreto.
Mentre però stava
considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e
gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino
che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio
e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo
è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che
significa «Dio con noi».
Quando si
destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella
diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.]
MESSA DELLA NOTTE
Prima Lettura Is 9,1-6
Dal libro del profeta Isaia
Il popolo
che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra
tenebrosa
una luce rifulse.
Hai
moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono
davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la
preda.
Perché tu
hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni
calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un
bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue
spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere
mirabile, Dio potente,
Padre per
sempre, Principe della pace.
Grande sarà
il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e
rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e
per sempre.
Questo farà
lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la
terra.
Cantate al
Signore, benedite il suo nome.
Annunciate
di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo
alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i
cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto
contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al
Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Seconda Lettura
Tt 2,11-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna
a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con
sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della
manifestazione della gloria del nostro grande Dio e
salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato
se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo
puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Vangelo Lc 2,1-14
Dal vangelo secondo Luca
In quei
giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio
era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella
propria città.
Anche
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì
in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi
censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si
trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla
luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in
quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la
notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande
timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi
annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di
Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il
segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito
apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e
diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che
egli ama».
MESSA DELL'AURORA
Prima Lettura Is 62,11-12
Dal libro del profeta Isaia
Ecco ciò che
il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva
il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li
chiameranno Popolo santo,
Redenti del
Signore.
E tu sarai
chiamata Ricercata,
Città non
abbandonata».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 96
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore
regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua
gloria.
Una luce è
spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite,
giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Seconda Lettura
Tt 3,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio,
salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova
nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in
abbondanza
per mezzo di
Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Vangelo Lc 2,15-20
Dal vangelo secondo Luca
Appena gli
angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un
l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono,
senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella
mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto
loro.
Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro.
MESSA DEL GIORNO
Prima Lettura Is 52,7-10
Dal libro del profeta Isaia
Come sono
belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia
la pace,
del messaggero di buone notizie che
annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le
tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete
insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo
popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore
ha snudato il suo santo braccio
davanti a
tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza
del nostro Dio.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato
vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore
ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la
sua giustizia.
Egli si è
ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i
confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il
Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a
corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Seconda Lettura
Eb 1,1-6
Dalla lettera agli Ebrei
Dio, che
molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per
mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo
del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha
fatto anche il mondo.
Egli è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene
con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la
purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei
cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente
del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a
quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me
figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino
tutti gli angeli di Dio».
Vangelo Gv 1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in
principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di
ciò che esiste.
In lui era
la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.]
Venne un
uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne
come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui
la luce,
ma doveva dare testimonianza alla
luce.
[Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel
mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di
lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i
suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti
però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di
Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo
si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità. ]
Giovanni gli
dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua
pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la
Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per
mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno
lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.