Quarto
ciclo
Anno
liturgico C (2012-2013)
Tempo
di Natale
Natale del Signore
(25
dicembre 2012)
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Messa
della notte: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Messa
dell’aurora: Is 62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7; Lc 2,15-20
Messa
del giorno: Is
52,7-10; Sal
97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
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La liturgia
natalizia, con i suoi tre formulari della messa nella notte, all’aurora e di
giorno, illustra il mistero della nascita di Gesù a Betlemme nella luce di tre
sguardi: lo sguardo del profeta, lo sguardo del discepolo e lo sguardo dei
testimoni oculari.
Anzitutto lo
sguardo del profeta, quello di Isaia. Il suo sguardo potente si affissa sulla
promessa di Dio e sulla visione di consolazione per il popolo. Se la promessa
riguarda un bambino che deve nascere: “un
bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”, l’immagine di fondo dei
brani è invece un’immagine nuziale, che possiamo riassumere nell’espressione: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la
tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra
Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno
sposo”. Dio è lo sposo che gioisce della sua sposa, la quale passa da una
percezione di angosciosa solitudine, di abbandonata
e sola, all’emozione di essere
svelata a se stessa in una dolcezza di riposo che la fa sentire abitata, mio compiacimento e sposata (forse, meglio: abitata
in dolcezza). La percezione di quella nuova realtà, di cui è indegna, ma di
cui gode nell’intimo, grata e consegnata, costituisce il contenuto del nome
nuovo con la quale è chiamata. È la situazione dell’umanità dopo la nascita di
quel Bambino che è nato per svelare quanto è grande l’amore di Dio per l’uomo e
come l’uomo possa accogliere e vivere questo amore in tutta umanità.
Poi c’è lo
sguardo del discepolo, di Paolo, che nella sua lettera a Tito riassume la
rivelazione del natale di Gesù con le espressioni: “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”,
“quando apparvero la bontà di Dio,
salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini”. Con la nascita di Gesù,
con il Figlio di Dio fatto uomo, questa ‘apparizione’ è diventata visibile,
toccabile. Potremmo intendere: proprio la vita umana di Gesù rivela la bellezza
di Dio; proprio la pratica di umanità conforme alla volontà di Dio, in Gesù,
racconta la salvezza e il progetto di Dio su tutta l’umanità.
Infine c’è
lo sguardo dei testimoni oculari: la Vergine, gli angeli, i pastori. Gesù nasce
povero, in condizioni disagiate e senza riconoscimenti, nonostante la potenza
delle immagini messianiche che lo preannunciavano. La Vergine, sua madre, però,
non gli ha fatto mancare la grazia dell’umanità, quell’umanità che poi lui, da
grande, svelerà in tutta la sua portata divina nel suo passaggio pasquale. Gli
angeli svelano tutta la preferenza di Dio per l’umanità e la loro gioia deriva
dalla condivisione di questo segreto della creazione con il loro Dio. I pastori
rappresentano l’umanità che non possiede titoli di gloria o di merito. Sentiamo
l’emozione dei loro cuori, che passa ai loro piedi e riempie i loro occhi:
quando ritornano ai loro greggi a riprendere la vita di sempre hanno la
sensazione che la vita non può essere come quella di prima. Lo intuiamo dalla
gioia della condivisione con altri di quanto hanno sperimentato.
A dire il
vero, la liturgia propone nella messa del giorno un altro sguardo, quello
dell’apostolo Giovanni, che guarda alla storia da dentro una profondità
inattingibile, la stessa vita divina intratrinitaria.
La particolarità però è che quella vita a noi appare nell’umanità di quel
Bambino, perché la luce del Natale rimanda alla Pasqua, come un poema natalizio
di s. Efrem canta: “Gloria al Nascosto che non
potrebbe essere intravisto con l’intelligenza, ma che si è reso palpabile nella
sua bontà tramite la sua umanità! La natura che non fu mai toccata, per le mani
fu legata e appesa, per i piedi fu fissata e crocifissa: come a lui è piaciuto,
ha preso corpo perché lo si potesse prendere”. Proprio a questo, con tutta la
potenza di rivelazione che comporta quanto all’amore di Dio per l’uomo, vanno
riferite le parole dell’apostolo Giovanni: “Dalla
sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia”. È la luce di
tale splendore, fonte della nostra dignità, che rifulge nel Natale. La luce, la
gioia, la pace che caratterizzano il clima della festività natalizia, tanto da
indurre pressoché tutti a riversarle nelle case, nelle strade, nelle città,
hanno a che fare proprio con quel Figlio, nato bambino, che vuol condividere
all’uomo il segreto di Dio.
Sempre s. Efrem canta: “Sia benedetto Colui che ha fatto del nostro
corpo una tenda per la sua Invisibilità! Sia benedetto Colui che nella nostra
lingua ha tradotto i suoi segreti!”.
Cosa hanno
visto i pastori e tutti i discepoli? Qualcosa che ha a che fare con l’apertura
di un orizzonte e la possibilità di una esperienza fino ad allora
impraticabili: “Dio, nessuno l’ha mai
visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha
rivelato”. Quell’orizzonte e quell’esperienza costituiscono il dono
natalizio della pace. Se l’amore che ha originato quel dono è intravisto,
allora si possono risanare le ferite della storia, si è abilitati a costruire
un altro tipo di storia, si è raggiunti così nel profondo da non volere altro
per sé e per tutti. È l’esperienza che farà dire all’apostolo: se Dio ci ha
dato il suo Figlio unigenito, come non ci darà anche tutti gli altri beni? Come
a dire: in lui potremo trovare tutti i beni ai quali anela il nostro cuore. È il
perenne annuncio profetico dei credenti in Cristo al mondo.
Buon Natale
a tutti!
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
MESSA DELLA NOTTE
Prima Lettura Is 9,1-6
Dal libro del profeta Isaia
Il popolo
che camminava nelle tenebre
ha visto una
grande luce;
su coloro
che abitavano in terra tenebrosa
una luce
rifulse.
Hai
moltiplicato la gioia,
hai
aumentato la letizia.
Gioiscono
davanti a te
come si
gioisce quando si miete
e come si
esulta quando si divide la preda.
Perché tu
hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra
sulle sue spalle,
e il bastone
del suo aguzzino,
come nel
giorno di Màdian.
Perché ogni
calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni
mantello intriso di sangue
saranno
bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un
bambino è nato per noi,
ci è stato
dato un figlio.
Sulle sue
spalle è il potere
e il suo
nome sarà:
Consigliere
mirabile, Dio potente,
Padre per
sempre, Principe della pace.
Grande sarà
il suo potere
e la pace
non avrà fine
sul trono di
Davide e sul suo regno,
che egli
viene a consolidare e rafforzare
con il
diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà
lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo Responsoriale
dal Salmo 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
cantate al
Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al
Signore, benedite il suo nome.
Annunciate
di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo
alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i
popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i
cieli, esulti la terra,
risuoni il
mare e quanto racchiude;
sia in festa
la campagna e quanto contiene,
acclamino
tutti gli alberi della foresta.
Davanti al
Signore che viene:
sì, egli
viene a giudicare la terra;
giudicherà
il mondo con giustizia
e nella sua
fedeltà i popoli.
Seconda Lettura
Tt 2,11-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna
a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con
sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della
manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato
se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo
puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Vangelo Lc 2,1-14
Dal vangelo secondo Luca
In quei
giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio
era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella
propria città.
Anche
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì
in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla
casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua
sposa, che era incinta.
Mentre si
trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla
luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in
quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la
notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande
timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi
un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un
bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito
apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e
diceva:
«Gloria a
Dio nel più alto dei cieli
e sulla
terra pace agli uomini, che egli ama».
MESSA DELL' AURORA
Prima Lettura Is 62,11-12
Dal libro del profeta Isaia
Ecco ciò che
il Signore fa sentire
all’estremità
della terra:
«Dite alla
figlia di Sion:
Ecco, arriva
il tuo salvatore;
ecco, egli
ha con sé il premio
e la sua
ricompensa lo precede.
Li
chiameranno Popolo santo,
Redenti del
Signore.
E tu sarai
chiamata Ricercata,
Città non
abbandonata».
Salmo Responsoriale
dal Salmo 96
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore
regna: esulti la terra,
gioiscano le
isole tutte.
Annunciano i
cieli la sua giustizia
e tutti i
popoli vedono la sua gloria.
Una luce è
spuntata per il giusto,
una gioia
per i retti di cuore.
Gioite,
giusti, nel Signore,
della sua
santità celebrate il ricordo.
Seconda Lettura
Tt 3,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
quando
apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo
amore per gli uomini,
egli ci ha
salvati,
non per
opere giuste da noi compiute,
ma per la
sua misericordia,
con un’acqua
che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha
effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di
Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché,
giustificati per la sua grazia,
diventassimo,
nella speranza, eredi della vita eterna.
Vangelo Lc 2,15-20
Dal vangelo secondo Luca
Appena gli
angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un
l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono,
senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella
mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto
loro.
Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro.
MESSA DEL GIORNO
Prima Lettura Is 52,7-10
Dal libro del profeta Isaia
Come sono
belli sui monti
i piedi del
messaggero che annuncia la pace,
del
messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a
Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le
tue sentinelle alzano la voce,
insieme
esultano,
poiché
vedono con gli occhi
il ritorno
del Signore a Sion.
Prorompete
insieme in canti di gioia,
rovine di
Gerusalemme,
perché il
Signore ha consolato il suo popolo,
ha
riscattato Gerusalemme.
Il Signore
ha snudato il suo santo braccio
davanti a
tutte le nazioni;
tutti i
confini della terra vedranno
la salvezza
del nostro Dio.
Salmo Responsoriale
dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza
del nostro Dio.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
perché ha
compiuto meraviglie.
Gli ha dato
vittoria la sua destra
e il suo
braccio santo.
Il Signore
ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi
delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è
ricordato del suo amore,
della sua
fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i
confini della terra hanno veduto
la vittoria
del nostro Dio.
Acclami il
Signore tutta la terra,
gridate,
esultate, cantate inni!
Cantate inni
al Signore con la cetra,
con la cetra
e al suono di strumenti a corde;
con le
trombe e al suono del corno
acclamate
davanti al re, il Signore.
Seconda Lettura
Eb 1,1-6
Dalla lettera agli Ebrei
Dio, che
molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per
mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo
del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha
fatto anche il mondo.
Egli è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene
con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati,
sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore
agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a
quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece
introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Vangelo Gv 1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
[In
principio era il Verbo,
e il Verbo
era presso Dio
e il Verbo
era Dio.
Egli era, in
principio, presso Dio:
tutto è
stato fatto per mezzo di lui
e senza di
lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era
la vita
e la vita
era la luce degli uomini;
la luce
splende nelle tenebre
e le tenebre
non l’hanno vinta.]
Venne un
uomo mandato da Dio:
il suo nome
era Giovanni.
Egli venne
come testimone
per dare
testimonianza alla luce,
perché tutti
credessero per mezzo di lui.
Non era lui
la luce,
ma doveva
dare testimonianza alla luce.
[Veniva nel
mondo la luce vera,
quella che
illumina ogni uomo.
Era nel
mondo
e il mondo è
stato fatto per mezzo di lui;
eppure il
mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i
suoi,
e i suoi non
lo hanno accolto.
A quanti
però lo hanno accolto
ha dato
potere di diventare figli di Dio:
a quelli che
credono nel suo nome,
i quali, non
da sangue
né da volere
di carne
né da volere
di uomo,
ma da Dio
sono stati generati.
E il Verbo
si fece carne
e venne ad
abitare in mezzo a noi;
e noi
abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come
del Figlio unigenito
che viene
dal Padre,
pieno di
grazia e di verità. ]
Giovanni gli
dà testimonianza e proclama:
«Era di lui
che io dissi:
Colui che
viene dopo di me
è avanti a
me,
perché era
prima di me».
Dalla sua
pienezza
noi tutti
abbiamo ricevuto:
grazia su
grazia.
Perché la
Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e
la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno
lo ha mai visto:
il Figlio
unigenito, che è Dio
ed è nel
seno del Padre,
è lui che lo
ha rivelato.