XXXIV Domenica T.O. – Cristo Re

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXXIV Domenica (26 novembre 2023)

[…] La seconda rivelazione consiste nel fatto che il re, che esprime la sua signoria con un giudizio inappellabile, svela la ragione misteriosa del suo giudicare. Manifesterà il segreto sul quale si regge il mondo e che ne costituisce la dignità assoluta: Dio ha voluto farsi solidale con l’umanità a tal punto che chi tocca l’uomo tocca Dio, chi onora l’uomo onora Dio, chi disprezza l’uomo disprezza Dio. Tale segreto rifulge nella vita del Figlio dell’uomo, perché è Lui che appare davanti agli occhi di Dio in ogni uomo. In un baleno apparirà tutta la verità dell’uomo e, contemporaneamente, tutta la gloria di Dio, che è gloria di amore per noi.

XXXIII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXXIII Domenica (19 novembre 2023)

Quando l’uomo teme di dare se stesso, come nel caso del servo cattivo, in gioco non è semplicemente la sua pigrizia verso gli altri uomini, ma il fallimento della vita perché dietro la sua pigrizia sta il cattivo giudizio sul padrone, come ritenesse il padrone causa della sua paura perché troppo esigente. Ma così ragionando non fa che proclamare che lui non ha mai creduto alla generosità del suo padrone, non ha mai sperimentato l’amore del Signore e soprattutto che rifiuta di vedere nell’agire del padrone l’amore per i suoi servi. E così la vita non assurge mai a quel livello di dignità che la rende desiderabile, feconda e fruttuosa. Il servo che ha nascosto il talento è colui che non vuol seguire la dinamica della fede, ne svigorisce la potenza e chiude agli uomini la possibilità di cogliere, almeno per la parte di cui è responsabile, lo splendore dell’amore di Dio. Non è più buono a nulla ed è malvagio perché impedisce a Dio di essere conosciuto dai suoi figli!

XXXII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXXII Domenica (12 novembre 2023)

L’atteggiamento di fondo più eloquente per cogliere il senso profondo della parabola delle dieci vergini è descritto dal salmo responsoriale: “Ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne […] il tuo amore vale più della vita”. La vita non è che la tensione al compimento di quello struggente desiderio. Se la parabola invita alla vigilanza è perché l’anima può perdersi dietro illusioni fascinose ma inconsistenti. La Sapienza, nella prima lettura, proclama che facilmente è contemplata da chi l’ama. Il che significa che la sapienza è connaturale al cuore dell’uomo, creato per godere di Dio. E se l’uomo deve constatare che nel concreto non è per nulla facile trovare la sapienza, a dispetto di quanto dice il libro della Sapienza, ciò significa che il desiderio di lei, la vigilanza sul desiderio di lei è venuta meno. Questo la parabola vuole scongiurare.

XXXI Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXXI Domenica (5 novembre 2023)

Le parole di Gesù non sono invettive di un riformatore, come leggiamo nel profeta Malachia: “Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione” (Ml 2,2). Il profeta parla ai sacerdoti e ai leviti, ai quali è affidato l’annuncio e la custodia dell’alleanza di Dio per il popolo. Potremmo rendere così il pensiero del profeta: se non fate splendere il suo amore per i suoi figli, liberi da ogni forma di violenza e rivalità, per attirare tutti all’amore del Signore, resterete nei vostri peccati, che vi opprimeranno.

Tutti i Santi

Anno liturgico A (2022-2023) – Solennità e feste – Tutti i Santi – (1° novembre 2023)

Oggi la chiesa mostra al mondo la sua visione: è l’Agnello, immolato fin dalla fondazione del mondo (Ap 13,8), ad attirare gli sguardi degli uomini che possono contemplare la santità di Dio, che è splendore di amore immolato. Il mondo è uscito dall’amore di Dio, di esso è intessuto e percorso, di esso parla, ma quanta tenebra ce ne impediva la visione! Ora tutto è nella luce, tutto splende in verità.
La domanda di fondo che possiamo farci è la seguente: ci sentiamo toccati dalla promessa di felicità di Gesù ai suoi discepoli: Beati i poveri […] Beati i misericordiosi […] Beati i puri di cuore […]? Ci sentiamo destinatari in verità di questa solenne promessa di Gesù? Come cantiamo nel salmo responsoriale, ci possiamo riconoscere nella generazione che cerca il volto del Signore? Sarebbe come domandarci se l’invito alla santità ci riguarda ancora. Vorrebbe dire che ancora crediamo possibile il compimento dei desideri che portiamo in cuore.

XXX Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XXX Domenica (29 ottobre 2023)

Potremmo riassumere il senso dei due comandamenti, ama Dio e ama il prossimo, in questo modo: il mondo possa scoprire l’amore del Padre e così vivere la dimensione della fraternità nella sua radicale luminosità. Il senso dell’amore al prossimo sta tutto nel fatto di far ‘sapere al mondo’ che l’amore del Padre è per lui. Per questo, se il primo comandamento esprime la radice di un’umanità che ha scoperto l’amore del Padre, il secondo ne segnala l’orizzonte di tensione, perché l’amore del Padre è per il mondo. Lo scopo della pratica dei comandamenti non è in funzione della mia perfezione, ma dello splendore dell’amore del Padre che a tutti è rivolto.