VIII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – VIII Domenica (27 febbraio 2022)

[…] il paragone con l’albero buono e cattivo, la cui comprensione deriva dalla parabola della casa costruita sulla roccia o sulla sabbia. Come tu ascolti la parola di Gesù, se la lasci scendere nel cuore per abitarla in sicurezza o se ne rimani colpito superficialmente tanto da fregiartene ma senza assimilarne la potenza di trasfigurazione del cuore, così tu userai la tua parola con i tuoi fratelli.
Lo diceva già il libro del Siracide: “Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. I vasi del ceramista li mette a prova la fornace, così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo. Il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela i pensieri del cuore”.

VII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – VII Domenica (20 febbraio 2022)

Gesù fa discendere dalle beatitudini, che aveva poco prima proclamato, la disposizione del cuore a una umanità fiorita, calda, modellata sulla sua. Potremmo interpretare così: se non si cercano beni, affetti, gloria, a partire dal mondo e per riempire la scena del mondo, allora il cuore resta invaso dall’amore di Dio che lo attrae nella sua stessa dinamica di amore. Vale a dire, come esemplifica Gesù: ama i nemici, fa il bene comunque, benedice sempre, è solidale con tutti con tutto il cuore (questo significa pregare per chi si comporta male).
Il movimento sotterraneo, di cui il cuore diventa capace, è quello di custodire la dignità di ogni uomo davanti a Dio, a onorare in ogni uomo la sua dignità di figlio di Dio. È quanto Gesù dice alla fine: siate figli dell’Altissimo, cioè misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. A tale profonda dignità rimandano le parole di Gesù. C’è però una difficoltà […]

VI Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – VI Domenica (13 febbraio 2022)

[…] dall’antica colletta di questa domenica: “O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora”, vale a dire: la grazia di essere felici.
Ecco, la felicità è stare nella via. In termini amorosi, come i cuori avvertono quando vivono una relazione appagante: il tuo abitarmi è il mio vivere! Quel ‘vivere’ diventa l’espressione di uno splendore di umanità, come Gesù promette nel suo annuncio. Gesù non si definisce lui stesso: “Io sono la via, la verità e la vita”? Via-verità-vita sono le dimensioni della ‘dimora’ di Dio nel cuore. Per quella dimora, come dice l’antifona di ingresso, noi preghiamo: “Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Tu sei mia rupe e mia fortezza; guidami per amore del tuo nome”. Come si vede, ‘roccia’ e ‘via’ sono abbinate, nell’esperienza dell’amore del nostro Dio.

V Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – V Domenica (6 febbraio 2022)

Ma sopraggiunge un serafino con il carbone ardente prelevato dal braciere dell’atrio del tempio per poggiarlo sulle sue labbra e purificarlo, vale a dire per farlo sentire in corrispondenza con la santità di Dio, che è tutto amore di misericordia per i suoi figli. A quel punto, di fronte al desiderio impetuoso di Dio di salvare il suo popolo, il profeta non può che proferire sommessamente: “Eccomi, manda me!”. Sarà la stessa parola pronunciata dal Figlio, come richiamata dal salmo, in tutta intimità con il desiderio di Dio di attrarre a sé il suo popolo. È ancora quella parola a risuonare, per ora come segretamente, ma poi sempre più convinta, nel cuore dei primi apostoli con la decisione di ‘lasciarono tutto e lo seguirono’. Il ‘tutto’ lasciato è perché ormai il cuore è tutto occupato dall’invito che si è affacciato alla loro coscienza nelle parole di Gesù: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.