VII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – VII Domenica (24 febbraio 2019)

Gesù continua a parlare ai suoi discepoli illustrando la potenza e l’estensione della dinamica che l’incontro con lui ha messo in moto. Fa vedere la qualità di vita per coloro che possono godere della beatitudine loro promessa perché ‘ascoltano’, non semplicemente odono, ma lasciano entrare in cuore le parole ascoltate aderendovi.

VI Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – VI Domenica (17 febbraio 2019)

Nei termini delle beatitudini, la parola di Gesù si può intendere: chi cerca la sua felicità senza che la Mia gioia lambisca il suo cuore resterà nella fame e nel pianto; chi vuole a tutti i costi la sua felicità, solo calcolando come una eventuale aggiunta il dono della Mia gioia, finirà per trovarla traditrice e si troverà ingannato dai suoi fratelli e perderà la sua integrità. Perché la felicità di cui parla Gesù, quella alla quale anela profondamente, sebbene con mille contraddizioni, il nostro cuore, ha a che fare con la scoperta della prossimità di Dio che in Gesù rivela tutto il suo mistero di amore e accondiscendenza per noi e che sana i nostri cuori.

V Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – V Domenica (10 febbraio 2019)

Dal racconto degli altri vangeli sembra che Gesù chiami i suoi apostoli come all’improvviso, semplicemente invitandoli a seguirlo. Luca invece si premura di indicare la circostanza in cui tale chiamata avviene. Pietro e i suoi compagni già conoscevano Gesù, lo ritenevano ‘il Maestro’, ma continuavano a fare la loro vita di sempre. In questa occasione succede qualcosa di assolutamente straordinario. Non mi riferisco solo al miracolo della pesca, ma a quello che avviene nel cuore dei futuri apostoli, tanto da indurli a: “lasciarono tutto e lo seguirono”.

IV Domenica T.O.

Anno liturgico C (2018-2019) – Tempo Ordinario – IV Domenica (3 febbraio 2019)

Accogliere la potenza di salvezza è farsi toccare dall’amore di Dio, come dirà s. Giovanni nella sua prima lettera: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19). Senza essere mossi a questo amore e da questo amore, la parola proclamata, che di quel mistero è cifra, resta impenetrabile, anzi, suscita fastidio quando non indifferenza. È esattamente il caso degli ascoltatori di Nazaret.