Quarto
ciclo
Anno
liturgico B (2011-2012)
Tempo
di Natale
Natale del Signore
(25
dicembre 2011)
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Messa
della notte: Is 9,1-6; Sal
95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Messa
dell’aurora: Is 62,11-12; Sal
96; Tt 3,4-7; Lc 2,15-20
Messa
del giorno: Is 52,7-10; Sal
97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
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La liturgia
del natale del Signore si distende tradizionalmente su tre formulari di messe
(la messa della notte, dell’aurora e del giorno) che sottolineano i vari
aspetti della celebrazione.
La
vigilanza, che la liturgia dell’avvento ci aveva insegnato ad assumere davanti
al mistero del Signore che viene, ci ha affinato gli sguardi. Ora siamo pronti
a vedere ciò che in realtà non è
immediatamente visibile. Quale potenza mostra mai un Dio che si fa fragile e
inerme bambino? Quali luci in un evento di cui nessuno sembra accorgersi, in
una situazione di povertà e di totale discrezione? La liturgia natalizia
incastona l’evento del natale di Gesù tra la testimonianza del Padre con
l’antifona di ingresso: “Il Signore mi ha
detto: Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato” (Sal
2,7) e la testimonianza dell’apostolo Giovanni: “Il Verbo si è fatto carne e noi abbiamo visto la sua gloria” con
l’antifona alla comunione. Gli angeli cantano ai pastori: “Gloria a Dio nel più
alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”. Da intendersi: la
gloria che deriva a Dio dal suo amore per gli uomini, di cui il Figlio è la
cifra suprema, si risolve per gli uomini nella condivisione di quell’amore con
lui e tra di loro, vera loro pace. Di tutto questo è segno quel Bambino che
oggi nasce a Betlemme, fonte di letizia per il mondo.
Della
finezza di sguardi parla la colletta della messa nella notte: “concedi a noi,
che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri …”, perché non è scontato
scorgere in quel Bambino l’apparire della grazia di Dio, della sua bontà e del
suo amore, come dichiara Paolo nella seconda lettera a Tito. Sguardi, che la
liturgia natalizia focalizza non tanto su di lui come bambino, ma sul mistero
che lui condensa e rivela nell’essere bambino. Si premura prima di tutto di
collocarlo nella storia dell’elezione di Israele, all’interno delle coordinate
temporali dell’impero romano (genealogia di Gesù, figlio di Davide, figlio di
Abramo secondo Matteo e racconto della nascita secondo Luca), nella storia
della creazione (genealogia di Gesù figlio di Adamo secondo Luca) e oltre,
nella dimensione eterna (secondo il prologo di Giovanni). La luce, che rifulge
nella notte di Natale, è la luce della gioia e dell’amore eterno di Dio per
l’uomo, di cui il mondo è intessuto e da cui è attraversato, la luce della Presenza e della Dimora di Dio in mezzo agli uomini che tutta la Rivelazione
testimonia e che ora trova come il suo svelamento e il suo compimento.
La luce non
è semplicemente per gli occhi, ma per il cuore. È la luce che si irradia dagli
occhi quando il cuore è capace di commuoversi alla percezione della Presenza di Dio che si fa toccabile in quel
bambino. È interessante osservare che i salmi responsoriali delle tre messe
natalizie fanno parte del gruppo di salmi che la tradizione ebraica proclama in
ricevimento del sabato, sacramento della Presenza
di Dio in mezzo al suo popolo. Non si tratta solo di acutezza di sguardo, ma
anche di commozione del cuore davanti all’amore del Signore che si accompagna a
noi secondo le modalità della nostra umanità. A sottolineare la fecondità del
realismo dell’amore di Dio che ci viene incontro nella nostra stessa umanità,
la liturgia prega con la colletta della messa dell’aurora: “Signore, Dio
onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa’ che
risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro
spirito”, come chiedessimo di vivere la nostra umanità secondo la luce di cui è
costituita, essendo fatta a immagine del Figlio di Dio. Il tutto è ripreso
ancora nella colletta della messa del giorno: “ O Dio ... fa’ che possiamo
condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la
nostra natura umana”.
L’esultanza
che ne deriva è ben espressa dalla testimonianza degli angeli ai pastori a
Betlemme. L’annuncio della gioia tocca gli angeli (messa della notte), a
sottolineare che quella gioia è un’offerta, un dono celeste. La formulazione
però dell’annuncio è più misterioso di quanto crediamo. Le parole messe in
bocca agli angeli sono già frutto di una lunga esperienza di compagnia con quel
Figlio, che ora è visto bambino, ma che il racconto evangelico testimonierà
essere presso Dio prima della creazione del mondo, essere venuto a rivelare il
vero volto di Dio, essere venuto a morire e risorgere per dare la vita agli
uomini. E quando proclamano “gloria a Dio
nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” esprimono
la verità del mistero a lungo contemplato e adorato; si tratta dell’esultanza
dell’esperienza dell’amore di Dio per l’uomo. Nel suo amore per l’uomo Dio
trova la sua gloria che è appunto lo splendore del suo amore di accondiscendenza
per l’uomo (e gli angeli sono coloro che adorano Dio in modo puro perché
esultano per un mistero che li trascende: non celebrano Dio per l’amore verso
di loro ma verso gli uomini, creature a loro inferiori. Ricorderà poi Gesù che
non si può adorare Dio cercando la propria gloria!) e sempre in quell’amore
l’uomo trova la sua pace, ritrova il senso e la gioia del vivere, perché di
quell’amore è intriso il mondo e di quell’amore respira il cuore dell’uomo.
La letizia
dell’annuncio natalizio costituisca il vigore dell’anima e lo spazio di
intelligenza del cuore.
Buon Natale
a tutti.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
MESSA DELLA
NOTTE
Prima Lettura Is 9,1-6
Dal libro del profeta Isaia
Il popolo
che camminava nelle tenebre
ha visto una
grande luce;
su coloro
che abitavano in terra tenebrosa
una luce
rifulse.
Hai
moltiplicato la gioia,
hai
aumentato la letizia.
Gioiscono
davanti a te
come si
gioisce quando si miete
e come si
esulta quando si divide la preda.
Perché tu
hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra
sulle sue spalle,
e il bastone
del suo aguzzino,
come nel
giorno di Màdian.
Perché ogni
calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni
mantello intriso di sangue
saranno
bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un
bambino è nato per noi,
ci è stato
dato un figlio.
Sulle sue
spalle è il potere
e il suo
nome sarà:
Consigliere
mirabile, Dio potente,
Padre per
sempre, Principe della pace.
Grande sarà
il suo potere
e la pace
non avrà fine
sul trono di
Davide e sul suo regno,
che egli
viene a consolidare e rafforzare
con il
diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà
lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
cantate al
Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al
Signore, benedite il suo nome.
Annunciate
di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo
alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i
popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i
cieli, esulti la terra,
risuoni il
mare e quanto racchiude;
sia in festa
la campagna e quanto contiene,
acclamino
tutti gli alberi della foresta.
Davanti al
Signore che viene:
sì, egli
viene a giudicare la terra;
giudicherà
il mondo con giustizia
e nella sua
fedeltà i popoli.
Seconda Lettura
Tt 2,11-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna
a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con
sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della
manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato
se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo
puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Vangelo Lc 2, 1-14
Dal vangelo secondo Luca
In quei
giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio
era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella
propria città.
Anche
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì
in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla
casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua
sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano
in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo
figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per
loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in
quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la
notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande
timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi
un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un
bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito
apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e
diceva:
«Gloria a
Dio nel più alto dei cieli
e sulla
terra pace agli uomini, che egli ama».
MESSA DELL’AURORA
Prima Lettura Is 62,11-12
Dal libro del profeta Isaia
Ecco ciò che
il Signore fa sentire
all’estremità
della terra:
«Dite alla
figlia di Sion:
Ecco, arriva
il tuo salvatore;
ecco, egli
ha con sé il premio
e la sua
ricompensa lo precede.
Li
chiameranno Popolo santo,
Redenti del
Signore.
E tu sarai
chiamata Ricercata,
Città non
abbandonata».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 96
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore
regna: esulti la terra,
gioiscano le
isole tutte.
Annunciano i
cieli la sua giustizia
e tutti i
popoli vedono la sua gloria.
Una luce è
spuntata per il giusto,
una gioia
per i retti di cuore.
Gioite,
giusti, nel Signore,
della sua
santità celebrate il ricordo.
Seconda Lettura
Tt 3,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
quando
apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo
amore per gli uomini,
egli ci ha
salvati,
non per
opere giuste da noi compiute,
ma per la
sua misericordia,
con un’acqua
che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha
effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di
Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché,
giustificati per la sua grazia,
diventassimo,
nella speranza, eredi della vita eterna.
Vangelo Lc 2, 15-20
Dal vangelo secondo Luca
Appena gli
angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un
l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono,
senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella
mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto
loro.
Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro.
MESSA DEL
GIORNO
Prima Lettura Is 52,7-10
Dal libro del profeta Isaia
Come sono
belli sui monti
i piedi del
messaggero che annuncia la pace,
del
messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a
Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le
tue sentinelle alzano la voce,
insieme
esultano,
poiché
vedono con gli occhi
il ritorno
del Signore a Sion.
Prorompete
insieme in canti di gioia,
rovine di
Gerusalemme,
perché il
Signore ha consolato il suo popolo,
ha
riscattato Gerusalemme.
Il Signore
ha snudato il suo santo braccio
davanti a
tutte le nazioni;
tutti i
confini della terra vedranno
la salvezza
del nostro Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza
del nostro Dio.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
perché ha
compiuto meraviglie.
Gli ha dato
vittoria la sua destra
e il suo
braccio santo.
Il Signore
ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi
delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è
ricordato del suo amore,
della sua
fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i
confini della terra hanno veduto
la vittoria
del nostro Dio.
Acclami il
Signore tutta la terra,
gridate,
esultate, cantate inni!
Cantate inni
al Signore con la cetra,
con la cetra
e al suono di strumenti a corde;
con le
trombe e al suono del corno
acclamate
davanti al re, il Signore.
Seconda Lettura
Eb 1,1-6
Dalla lettera agli Ebrei
Dio, che
molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per
mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo
del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha
fatto anche il mondo.
Egli è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene
con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati,
sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore
agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a
quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece
introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Vangelo Gv 1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
[In
principio era il Verbo,
e il Verbo
era presso Dio
e il Verbo
era Dio.
Egli era, in
principio, presso Dio:
tutto è
stato fatto per mezzo di lui
e senza di
lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era
la vita
e la vita
era la luce degli uomini;
la luce
splende nelle tenebre
e le tenebre
non l’hanno vinta.]
Venne un
uomo mandato da Dio:
il suo nome
era Giovanni.
Egli venne
come testimone
per dare
testimonianza alla luce,
perché tutti
credessero per mezzo di lui.
Non era lui
la luce,
ma doveva
dare testimonianza alla luce.
[Veniva nel
mondo la luce vera,
quella che
illumina ogni uomo.
Era nel
mondo
e il mondo è
stato fatto per mezzo di lui;
eppure il
mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i
suoi,
e i suoi non
lo hanno accolto.
A quanti
però lo hanno accolto
ha dato
potere di diventare figli di Dio:
a quelli che
credono nel suo nome,
i quali, non
da sangue
né da volere
di carne
né da volere
di uomo,
ma da Dio
sono stati generati.
E il Verbo
si fece carne
e venne ad
abitare in mezzo a noi;
e noi
abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come
del Figlio unigenito
che viene
dal Padre,
pieno di
grazia e di verità. ]
Giovanni gli
dà testimonianza e proclama:
«Era di lui
che io dissi:
Colui che
viene dopo di me
è avanti a
me,
perché era
prima di me».
Dalla sua
pienezza
noi tutti
abbiamo ricevuto:
grazia su
grazia.
Perché la
Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e
la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno
lo ha mai visto:
il Figlio
unigenito, che è Dio
ed è nel
seno del Padre,
è lui che lo
ha rivelato.