PREMESSA

1. Al Signore Gesù Cristo ‘nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza’ (Col. 2,3) siano volti tutti i nostri desideri. Procuriamo in ogni modo di custodire le sue parole perché per mezzo del suo Spirito possiamo ricevere il dono della rivelazione del Padre. Sia questo l’anelito del nostro vivere in comune la ricerca di Dio.

PREGHIERA

2. Alla preghiera è finalizzata tutta l’opera dell’ascesi. Liberare il cuore dalle passioni significa unificarlo nella tensione verso Dio, nella memoria della sua presenza. Cercare di stabilire il cuore in uno stato di preghiera sempre più costante e puro, insieme ad una profonda compassione per tutti gli uomini, è lo scopo fondamentale della nostra consacrazione monastica. Nulla ci deve mai distogliere da quel clima di preghiera costante a cui aspira tutta la nostra vita.

SCRITTURA E PADRI

5. La Parola di Dio, secondo l’intelligenza viva ed amorosa della Chiesa che fedelmente la custodisce, la celebra e la testimonia, vogliamo diventi l’alimento quotidiano della nostra vita, il luogo abituale del cuore. In essa troviamo la guida insostituibile del cammino spirituale, la pietra di paragone su cui confrontare e vagliare ogni nostro stato interiore, la medicina adatta alle malattie dello spirito. Nelle parole della Scrittura, che ci sforziamo di custodire celate nella terra del nostro cuore, la Tradizione della Chiesa ci guida a cogliere la presenza dello Spirito che le ha ispirate, affinché queste possano produrre il loro frutto di vita eterna, cioè la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. 6. Il tenere occupati mente e cuore con le parole della Scrittura, così che la Parola di Dio diventi la trama stessa dei nostri pensieri, è la via per predisporre il nostro cuore a ricevere la rivelazione dei misteri del Regno dei cieli. Si tratta di imparare a scrutare le Scritture nello spirito della ‘lectio divina’, così cara alla tradizione monastica. La lettura della S. Scrittura assume così per noi il valore di un preciso impegno ed esercizio dell’anima, di cui resta espressione l’obbligo per ogni fratello di consacrarvi almeno un’ora al giorno, nel ritiro della propria cella. 7. Nell’ambito della Tradizione riserviamo un’attenzione ed una venerazione del tutto particolari ai Padri della Chiesa. Alla loro scuola cerchiamo di imparare quotidianamente il modo di rendere viva ed attuale la Scrittura nella personale esperienza di ogni giorno. Al loro insegnamento ci affidiamo per scoprire le leggi del mondo dello spirito, imparando quella che essi chiamano ‘l’arte delle arti’, che consiste nel saper discernere in ogni situazione ciò che favorisce il progresso dell’anima sulla via di Dio. Venerando la tradizione cristiana nella sua pienezza, aderiamo profondamente all’esortazione del Concilio Vaticano Il che raccomanda di accedere alle ricchezze dei Padri Orientali (cfr. Unitatis Redintegratio, 15), aperti alle tradizioni spirituali ed alla comunione fraterna con i cristiani di tutte le Chiese. 8. Anche le altre religioni e culture desideriamo siano tenute in grande onore, considerando che l’uomo, creato da Dio a sua immagine e a Lui ordinato, ha accumulato nel corso dei tempi grandi tesori di sapienza spirituale e di conoscenze umane, che non possono non rivelarsi preziose per chi si consacra alla ricerca di Dio. Facciamo perciò tesoro dell’esperienza spirituale degli altri popoli e delle altre religioni, i cui valori il Concilio Vaticano II esorta a ‘riconoscere, conservar,e e far progredire’ (Nostra Aetate, 2).

ATTENZIONE INTERIORE

9. Il comando della Scrittura ‘Sta’ attento a te stesso’ (Deut. 15,9), con tutto ciò che esso comporta secondo l’insegnamento dei Padri, costituisce la vera fatica ascetica del nostro vivere quotidiano. Lottando senza tregua contro i pensieri passionali, ci sforziamo di imparare ad invocare continuamente in nostro soccorso il Signore Gesù Cristo perché purifichi l’atmosfera del nostro cuore, ben sapendo che proprio nel cuore ha inizio la seduzione che ci porta alla trasgressione dei comandamenti di Dio. 10. A tal fine vogliamo tendere ad affrontare ogni cosa ed avvenimento della giornata, esercitando una costante attenzione e vigilanza sul nostro cuore, istruendoci a vicenda ad affinarle e a radicarle profondamente nel nostro essere. Il clima di quiete e di pace che si custodisce nel monastero ha lo scopo di permetterci di stare immersi nel ricordo continuo di Dio. Ogni fratello dovrà quindi cercare di stabilirsi in quel silenzio e ritiro interiori che soli gli consentono di crescere nel desiderio di aver parte al mistero del Regno dei cieli che è dentro di noi.

VITA DI FRATERNITA’

11. Il senso della nostra vita comunitaria si fonda sul sostenerci a vicenda, nell’esercìzio del comando dell’Apostolo ‘Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo’ (Ef. 5,21), per tendere a Dio con tutte le forze e disporre il proprio cuore alla pratica dei comandamenti evangelici. Qui sentiamo la forza e la consolazione del vivere la propria ricerca di Dio in una piccola comunità, dove ognuno può essere consigliere e guida dell’altro e dove ogni fratello è responsabile del comune tenore di vita. 13. Il sostenerci a vicenda nella ricerca di ciò che è gradito a Dio deve essere il clima costante della giornata… Istruendoci alla sapienza spirituale degli uomini di Dio e accogliendo le indicazioni dei fratelli, ci si sforza di avanzare in quella ‘scienza dell’anima’ che si rivela indispensabile per poter sostenere generosamente il proprio combattimento interiore. 15. Lo stile di vita della nostra piccola comunità, in tutte le espressioni concrete del vivere quotidiano, vogliamo sia improntato alla semplicità ed alla sobrietà.

Dio abbia compassione di noi e ci conceda di servirlo con cuore retto insieme ai nostri fratelli in tutta umiltà, mansuetudine e pazienza, per conoscere l’amore di Cristo nell’edificazione del suo corpo, che è la Chiesa.